La Cassazione pone il dubbio che non si possa imporre per legge a una coppia di divorziare se uno dei due ha cambiato sesso. Per questo i supremi giudici hanno chiesto alla Corte Costituzionale di esprimersi sulla legittimità, messa in discussione da una coppia emiliana, della legge che disciplina il cambio di sesso e rende automatico la scioglimento del matrimonio. Con la conseguenza che la Consulta sarà chiamata ad esprimersi sul matrimonio di due donne. E la pronuncia, in caso di esito favorevole al ricorso, potrebbe essere in via di principio un tassello verso le unioni civili gay.
Secondo l’Avv. Michele Giarratano, responsabile dello Sportello Legale del Cassero e co-difensore di Alessandra Bernaroli e sua moglie nei primi due gradi di giudizio “la Cassazione oggi ha affermato un principio di diritto elementare e che era stato stravolto dalla decisione della Corte di Appello di Bologna : le famiglie si fondano sull’amore e sul libero consenso tra le persone. Un divorzio imposto dallo Stato solleva gravi dubbi di costituzionalità, ed è per questo che la Suprema Corte ha rinviato la decisione alla Corte Costituzionale”. Plaude alla sentenza anche il consiglio direttivo del circolo Arcigay “Il Cassero”: “La sentenza della Cassazione addita come discriminatorio il provvedimento adottato verso Alessandra e la sua coniuge, sottolineando la condizione di privazione di diritti nella quale vivono in Italia le coppie formate di persone dello stesso sesso. E’ tempo – concludono gli attivisti di Arcigay – che questa discriminazione sia eliminata una volta per tutte con l’estensione del matrimonio civile a tutte le coppie, eterosessuali ed omosessuali”.
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