“Matrimoni gay” e “Funerale d’Italia“. Queste parole apparivano nei finti necrologi che il 25 settembre 2016 erano comparsi davanti al Comune di Cesena, in occasione della prima unione civile della città. Con tanto dei nomi dei due futuri sposi, Manuel e Marco, i necrologi erano stati affissi da alcuni militanti di Forza Nuova. E’ bastato poco per identificare i responsabili, dato che i manifesti riportavano il celebre font che caratterizza tutti gli striscioni omofobi e razzisti del partito di estrema destra.
Ieri, martedì 19 febbraio, la seduta si è aperta con la testimonianza di tre figure dell’Arcigay, che assieme al Comune di Cesena si è costituito parte civile. E’ poi intervenuto Manuel Papi, una delle due vittime. Un’udienza intensa, complessa, che si spera abbia colpito i presenti e in particolare il giudice che dovrà decidere come concludere questa vicenda. Manuel è partito dall’inizio, da quando ha capito di essere omosessuale e di come ha deciso di fare coming out, dichiarandosi alla famiglia e alla società.
Il giorno di festa associato alla morte
Nel corso del suo intervento, Manuel ha spiegato come lui e Marco Trentini abbiano deciso di fare quel passo in avanti, ufficializzando la loro relazione con l’unione civile. Doveva essere un giorno di festa, e lo è stato. Ma quel giorno è stato anche associato all’immagine della morte, con un necrologio di cattivo gusto. Alla sbarra, il militante di Forza Nuova Mirco Ottaviani, da Rimini. Il responsabile di quel dolore, causato alla coppia di sposi, alle loro famiglie e a tutta la comunità LGBT non può rimanere impunito.
A testimoniare anche il vice sindaco Carlo Battistini e il comandante della polizia municipale Giovanni Colloredo. Quest’ultimo ha riferito che Ottaviani ha ricevuto (e già pagato) una multa per affissioni abusive. Il giudice ricorrerà alla legge Mancino. Per la prima volta in un caso di omofobia. Tale legge prevede una sanzione e una condanna per gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista, con l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. Mai prima si era ricorso alla legge Mancino per casi del genere. La prossima udienza sarà il 28 giugno. La data non è stata scelta a caso: sarà il 50esimo anniversario dei Moti di Stonewall.
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