Leviathan, poderoso dramma su un moderno Giobbe sopraffatto da madre Russia
In Russia è stato proibito perché considerato anti-Putin e solo in un secondo momento il Cremlino ha concesso l’autorizzazione affinché fosse distribuito in patria. Noi l’avevamo visto l’anno scorso a Cannes dove ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura, stregandoci con la forza espressiva della sua storia, il magnifico senso del paesaggio ma anche l’ironia in sottofondo – il vizio del bere dalle conseguenze tragicomiche – tutt’altro che scontata. Stiamo parlando di Leviathan, poderoso dramma di Andrej Zviagintsev in grado di descrivere con accuratezza intelligente il pesante clima di corruzione e limitazione delle libertà personali nella Russia contemporanea. In un remoto villaggio sul Mare di Barents, il meccanico Kolia possiede un’officina, una casa adiacente e un po’ di terra. Ma il sindaco vuole espropriargli tutto ciò che ha, e per farlo inizia a usare le maniere forti. Il titolo evoca il mostro marino dell’Antico Testamento – Kolia è in fondo un moderno Giobbe – e l’omonimo libro di Thomas Hobbes in cui lo Stato domina il singolo cittadino fino a sopraffarlo totalmente. Il conflitto profondo tra libertà individuale e autorità totalitaria emerge cristallino in una vicenda esemplare ispirata alla storia vera di un saldatore del Colorado.
Curiosità: lo scheletro della balena blu è finto, pesa una tonnellata e mezza e misura ventiquattro metri. È stato costruito dagli attrezzisti intorno ad una struttura metallica su indicazioni dello scenografo Andrey Ponkratov. Vincitore del Golden Globe come miglior film straniero.
Quando l’istinto di sopravvivenza mette in crisi un’intera famiglia: ecco lo svedese Forza Maggiore
Una serena famiglia svedese composta da Tomas, sua moglie Ebba e i loro due bambini è in vacanza per una settimana bianca sulle Alpi francesi. Durante un pranzo sulla terrazza dell’albergo una valanga improvvisa sembra rischiare di travolgere i villeggianti. La gente fugge terrorizzata e il panico paralizza Ebba e i figli, mentre Tomas reagisce in un modo che sconvolgerà il suo matrimonio obbligandolo a fare i conti con se stesso e a lottare duramente per riconquistare il suo ruolo di padre e marito.
“Forza maggiore trae origine da una domanda che mi ha affascinato a lungo – spiega il regista Ruben Östlund -: come reagiscono gli esseri umani in situazioni improvvise e inaspettate come una catastrofe? Questa storia nasce da un aneddoto per me impossibile da dimenticare. Qualche anno fa una coppia di amici era in vacanza in Sudamerica, quando sono sbucati dal nulla dei tizi con la pistola e hanno aperto il fuoco: il marito istintivamente è scappato, lasciando sola la moglie. Tornati in Svezia, dopo un bicchiere o due di vino, lei iniziava a raccontare questa storia e continuava a ripeterla…”.
Premio della Giuria nella sezione Un Certain Regard a Cannes 2014.
The Gunmen, la ‘nostra’ Jasmine Trinca ama Sean Penn nell’action thriller di Pierre Morel
Sono davvero una coppia curiosa, la ‘nostra’ Jasmine Trinca e il doppio premio Oscar Sean Penn che collabora alla sceneggiatura dell’action thriller The Gunmen di Pierre Morel. È stato proprio Penn a consigliare al regista l’attrice italiana vista nel buon Miele, esordio registico di Valeria Golino, diretta dall’attore americano nel suo primo film da regista, Lupo solitario.
Un ex agente speciale internazionale si è trasferito con l’amata Annie in un villaggio del Congo, sede di una ONG che si occupa della fornitura di acqua potabile agli abitanti. Ma tre sicari gli danno la caccia e così è costretto a tornare in azione nella vecchia Europa.
Nel variegato cast ci sono anche Idris Elba, Ray Winstone, Mark Rylance e Javier Bardem. È tratto dal romanzo Posizione di tiro dell’apprezzato autore noir francese Jean-Patrick Manchette.
Un’inedita Jennifer Aniston, rabbiosa e depressa, nel drammatico Cake
La svolta drammatica di Jennifer Aniston, icona della commedia romantica easy-popular, è stata apprezzata dalla critica e le ha fruttato una nomination ai Golden Globes: possiamo apprezzarla anche noi nell’indipendente Cake di Daniel Barnz, in cui interpreta Claire Simmons, una donna rabbiosa, dipendente da antidolorifici e psicofarmaci dopo un grave incidente, abbandonata dal marito e dagli amici. L’unica persona che le è rimasta vicina è la domestica messicana Silvana. Quando Nina (Anna Kendricks), una ragazza del gruppo di supporto, si suicida, Claire cerca di entrare nella vita del marito di Nina e di suo figlio, alla ricerca del senso dell’esistenza da opporre allo sperdimento che la opprime. Il titolo si riferisce all’ultimo desiderio di Nina prima di morire: preparare una torta di compleanno per il figlio.
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