Estranei (all’anagrafe All Of Us Strangers) è in arrivo finalmente nei nostri cinema (qui potete leggere la nostra recensione in anteprima).
Sì, il prossimo 29 Febbraio potrete vedere Andrew Scott e Paul Mescal sullo schermo e dare libero spago a tutte le vostre fantasie. Ma siate prontə: uscirete in lacrime. Gay avvisato, mezzo salvato.
Ma ne sarà la valsa la pena: l’ultimo film di Andrew Haigh è un catartico tour de force emotivo, un abbraccio agli animi solitari, e una lettera d’amore alle persone che amiamo, soprattutto quelle che non ci sono più. Se tutti i riflettori sono puntati sui due bellissimi (e bravissimi) del momento, sappiate che a tenergli spalla ci sono anche Jamie Bell (ve lo ricordate Billy Elliot? Lui) e la meravigliosa Claire Foy (o anche ex-regina Elisabetta di The Crown e Lisbeth Salander in Millennium), rispettivamente papà e mamma di Andrew Scott.
Ogni volta che Foy compare sullo schermo è un colpo al cuore e una carezza, e con alte probabilità vorrete fare una telefonata a vostra mamma. Durante il tour promozionale l’attrice ha colto il momento per ricordarci che è dalla nostra parte, dentro e fuori lo schermo: “Spesso, in quanto genitore, comprendo la difficoltà a non vedere che tuo figlio è praticamente una critica di te in quanto essere umano, ed è difficile riconoscere che non ti appartiene e sarà qualunque cosa vorrà essere” ha risposto in un’intervista Pink News, riconoscendo che la parte più complicata per un genitore spesso non è accettare il tuo orientamento sessuale, ma timore per quello che troverai lì fuori.
Quanti genitori conoscete che hanno risposto ad un coming out con ‘Ho paura per come ti tratterà la società’? Per quanto comprensibile, Foy ci ricorda quanto quell’atto di fiducia sia essenziale: “La parte più difficile è lasciare tuo figlio in un mondo che può essere incredibilmente crudele e pericoloso per l’amata creatura da te creata” continua nell’intervista, concludendo “Penso provenga dall’amore ma anche dalla paura – paura per quello che non comprendi, e paura di non star facendo la cosa giusta.”
Nel film Foy interpreta una mamma figlia di una generazione che aveva come unico punto di riferimento le politiche iper-conservative del governo Margaret Thatcher. Una mamma non in linea con i nostri tempi, ma che, sia Foy che Haigh hanno ritenuto importante raccontare coerentemente a quel periodo storico, cercando di coglierne le sue contraddizioni e difficoltà. È una madre che affianca bias culturali ad un amore incontenibile, e più di qualche genitore potrebbe rivedersi in lei: “Penso che il mio personaggio sia bloccato in quel periodo storico e tocca avere compassione per comprendere quell’epoca, dove è stata nutrita con una specifica visione degli uomini gay nel mondo e i rischi che potrebbero correre. Ho decisamente sentito che dovevamo rispettarlo, e comprendere la storia, invece di modernizzarla” ha detto a Pink News.
A tutte quelle persone che giudicano l’altrə in base all’identità o l’orientamento, Foy invita tutte quelle persone che giudicano l’altrəa rigirare quel giudizio su sé stessə. Perché spesso quello che non riusciamo ad accettare, è quello che ci fa più paura. Nella speranza che il film ricordi che la vita è troppo breve per confonderci a vicenda, e talvolta basta chiedere, ascoltare, e comprendere. “Ci arriveremmo molto più velocemente”.
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