Il consiglio televisivo del giorno, per questo nuovo mercoledì da isolamento, ci costringe a fare tardi, grazie a La7d, canale 29, che alle 23:40 manderà in onda un autentico capolavoro della settima arte. Victor Victoria di Blake Edwards, nel 1982 interpretato dalla moglie Julie Andrews, leggendaria Mary Poppins qui nel duplice ruolo di Victoria Grant e del Conte Victor Grazinski.
Candidato a 7 premi Oscar (vincendo quello per la colonna sonora di Henry Mancini e Leslie Bricusse), e 20 anni or sono inserito dall’American Film Institute al 76º posto della classifica delle cento migliori commedie americane di tutti i tempi, Victor Victoria è ambientato nella Parigi del 1934.
La Andrews, che vinse un Golden Globe come miglior attrice per questa iconica interpretazione, è Victoria, cantante ridotta alla fame che incontra un artista di cabaret, Toddy, con cui crea un personaggio di successo. Victoria diventa così Victor, nobile polacco, molto femmineo, con buone doti di ballerino e di cantante. In breve, la Parigi dei nights è conquistata dalla sua nuova stella. Tra i suoi ammiratori vi è un boss affarista di Chicago, King Marchand, che dubita dell’identità di Victor, e assolda un detective privato per accertarsi se sia veramente un uomo o una donna. Scoperto il trucco di Victoria, nasce l’amore fra i due, con tutto lo scandalo, la baraonda che ne consegue…
L’intero film, incredibile ma vero, venne girato in studio, ai mitici Pinewood Studios vicino Londra. Tutta la ricostruzione della Parigi degli anni trenta, dagli hotel ai bar passando per i locali gay, palestre, bagni turchi e ristoranti, fu quindi ‘britannica’, con 15 studi occupati e strade costruite ad hoc.
Leone d’Oro all’ultima mostra del cinema di Venezia, Julie ha così ricordato quell’incredibile film, che nel 1982 la vide letteralmente trasformarsi: “Dissi a mio marito, “in Victor Victoria faccio una donna che fa un uomo che fa finta di essere una donna”. Era una cosa impossibile. Dovevo essere uomo o donna? Ero molto preoccupata per la reazione del pubblico. Gli dissi, “non sarò mai credibile”, ma lui mi rassicurò. “Non ti preoccupare, farò in modo che tutti gli spettatori crederanno al fatto che tu sia un uomo”. Per la parte studiai molto gli uomini, come si muovono e siedono, con le gambe aperte e le mani nelle tasche. Poi cambiai la voce, rendendola più profonda. Un’operazione assai difficile”.
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