“Viviamo in una giungla di discriminazioni, la transfobia ha fatto davvero male in Italia”: la denuncia arriva direttamente da Nichi Vendola, ai margini della presentazione di un cortometraggio al Festival del Cinema di Venezia in corso.
Nichi Vendola, presente all’anteprima di domenica 3 settembre del cortometraggio Arianna di David Ambrosini, ha dichiarato: “Viviamo in un conflitto, come se vivessimo schiacciati tra il ritorno del Medioevo e i valori della Rivoluzione Francese. Mai come oggi c’è una rivendicazione dei diritti individuali, ma mai come oggi si rischia di esserne privati”.
Il corto porta sul grande schermo una vicenda di discriminazione lavorativa ai danni di Arianna, che vorrebbe essere un avvocato: “Ciascuna discriminazione è come un seme cattivo. Non si ha idea di quanto la transfobia abbia fatto male in Italia e faccia male anche a noi che ci priviamo della ricchezza di persone che hanno lottato più degli altri che preferiscono vivere in una campana di vetro”. E sul cortometraggio: “L’ho amato perché è militante, denuncia questa esclusione e dà un’indicazione sul percorso da compiere. La libertà e la dignità delle persone non possono essere fatte a fette. Dobbiamo trovare insieme il filo di Arianna”.
Il corto, peraltro, è ispirato alla storia vera di Francesca Busdraghi: il protagonista, Andrea Garofalo, racconta di averla conosciuta dopo la transizione, quando pensava di farla finita perché non riusciva a trovare un lavoro. Stando ai dati Arcigay, il 45% delle persone transessuali è stato respinto sul lavoro a causa della propria identità.
Un’altra ricerca, condotta dall’American Foundation for Suicide Prevention e dal Williams Institute negli Stati Uniti, ha rilevato che il tasso di tentati suicidi della popolazione transessuale è pari al 44%: di questi, il 53% ha dichiarato di aver provato a morire dopo il rifiuto seguito a una candidatura sul lavoro.
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