«Dietro a un titolo sia enigmatico che evocativo si nasconde un’intensa opera prima personale e insieme universale». Così il direttore artistico della Settimana della Critica, l’illuminato Jean-Christophe Berjon, presentò al Festival di Cannes XXY, il folgorante esordio dell’argentina Lucía Puenzo che, in questa strategica sezione di opere prime e seconde, creata proprio per scoprire nuovi talenti, riuscì a battere senza colpo ferire i sei agguerriti avversari internazionali (tra cui il temibile franco-israeliano Meduzot di Etgar Keret e Shira Geffen che avrebbe poi vinto la Caméra d’Or) aggiudicandosi anche il Prix du Jeunesse e il Rail d’Or.
Le Monde l’ha definito «il miglior film visto quest’anno a Cannes» e lo stesso Berjon aggiunge che si tratta di «un lungometraggio straordinariamente magistrale. La sua atmosfera tormentata diventa subito intrigante […] Lucia Puenzo dipinge la complessità del passaggio all’età adulta con dignità, emozione e impegno […] La singolare prospettiva, così vibrante, con la quale affronta questo tema, trascende la portata e la profondità di XXY che rivela una cineasta – e un’autrice – sorprendentemente matura».
Il soggetto trattato è quanto mai particolare e inedito: l’adolescente quindicenne Alex sembra a tutti gli effetti una ragazza ma è in realtà un ermafrodito (ha i genitali di entrambi i sessi). I suoi genitori, poco dopo la nascita di Alex, si trasferirono da Buenos Aires sulla costa uruguayana, in una casa di legno persa tra le dune. Ben presto il segreto del/la ragazzino/a diventò oggetto di biechi pettegolezzi in città al punto da tratteggiarlo/a come una specie di creatura mostruosa. Quando un chirurgo estetico amico di famiglia fa visita ad Alex nella speranza di studiarne il caso, costei (costui?) si invaghisce del figlio sedicenne Alvaro che non resta assolutamente indifferente al suo fascino ambiguo e misterioso.
«La maggior parte delle persone è inconsapevole del fatto che molti neonati nascono in una condizione conosciuta come ambiguità genitale» spiega la regista figlia d’arte – il papà è l’affermato regista argentino Luis Puenzo di La Peste – con tre libri all’attivo e una lunga gavetta trascorsa facendosi le ossa con cortometraggi, documentari e serie televisive. «Un ragazzo che si è sottoposto alla ‘normalizzazione’ una volta mi ha detto: "Non c’è nulla di peggiore che aver paura del proprio corpo". È cresciuto con la cicatrice dell’intervento chirurgico sulla pelle. Nel procedimento della castrazione, la paura per l’ambiguità genitale diventa la metafora per tutte le amputazioni prodotte dalla paura di essere diversi».
Tra i precedenti cinematografici ricordiamo il franco-canadese Tiresia di Bertrand Bonello su una versione contemporanea della celebre figura mitologica dell’indovino ermafrodita diventato cieco per mano di Era poiché rivelò agli dei che le donne provano piacere nove volte più degli uomini.
È comunque la prima volta che viene girato un film sul difficile momento in cui una ermafrodita di 15 anni si trova a dover fare i conti con l’innamoramento e la prima esperienza sessuale.
XXY esce il 22 giugno grazie a Teodora Film in una quindicina di copie in tutta Italia e sarà presentato in anteprima giovedì 21 presso la Multisala Colosseo di Milano per la rassegna Cannes e dintorni.
Ecco le sale in cui verrà proiettato il film XXY:
Roma –Metropolitan, Mignon, Maestoso, Eurcine
Milano – Arlecchino
Monza – Teodolinda
Firenze – Flora
Viareggio –
Genova – Ariston
La Spezia –
Torino – Nazionale
Alessandria –
Padova – Astra
Trieste – Azzurra
Napoli – Filangieri
Palermo – Aurora
Bologna – Rialto
Ravenna – Cinecity
Cagliari – Greenwich
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