Mi perdonino i lettori più esigenti se oggi tratterò questioni piuttosto spicce, del genere che taluni ritengono forniscano un’immagine negativa di noi agli etero (a quelli che conoscono loro, perché quelli che conosco io non scherzano quanto a fantasie piccanti…). Premesso quindi che varcheremo di continuo il confine della futilità, mi permetto di confessare una mia particolare predilezione: quella per i piccoli contrasti.
Già sono stato sempre attratto dai dettagli, specialmente in
contesti erotici. Guardando ad esempio filmati porno, triangoli o tetraedri di splendidi ragazzi, nonostante il trionfo della carnalità, al mio occhio capitava di dirigersi verso particolari del tutto insignificanti. Mucchi di bononi si impegnavano in furibonde cavalcate, ma il mio sguardo andava su un paio di mutande gettato in un angolo, su due piedi che si sfioravano casualmente o sull’apertura istintiva di una mano…
Ugualmente, da un po’ di tempo mi è capitato di riflettere sulla
sensualità di certi contrasti, veri e propri mix di creatività artistica e fantasie porcelle, composti da elementi che, separatamente, mi avrebbero magari disgustato ma che, uniti, mi eccitavano. Dopo i primi istanti di sorpresa, ho cominciato ad accettarli come un dato di fatto, non ricercandoli con assiduità ma lasciandomi trasportare dall’occasione. Non esiste uno schedario completo ma posso elencarne alcuni, curioso di sapere se anche a voi è capitato qualcosa di simile.
Ad esempio, nonostante non abbia mai amato gli uomini maturi, grassi, pelosi e magari con baffi e barbona, se accanto a un tipo così vedo un ragazzo giovane e magro, per quanto non bellissimo, non riesco a distogliere l’occhio dalla coppia. Per non parlare di maschietti virili in compagnia di signore attempate e un po’ sfatte: mi inquietano, mi intristiscono quasi, eppure rimango incollato a guardarli.
Il contrasto non deve essere per forza anagrafico, ma può
limitarsi al colore della pelle (adoro vedere i bianchi-bianchi vicino ai neri-neri), all’atteggiamento (ragazzi effeminati e pieni di fondotinta – elemento in genere per me deterrente – vicino ad altri più maschili e senza un dito di trucco), o agli abiti, come quando uno dei due rimane vestito e obbliga l’altro a spogliarsi. Medici, controllori, poliziotti o qualunque altra creazione pacchiana degli sceneggiatori porno.
Pacchiana, è vero, ma molto stimolante, al punto che mi diverte provarla anche nel privato. Non che sia un’abitudine ma, se capita, anche per pochi minuti, non mi dispiace che uno solo tra me e il mio partner si tolga tutto. Poco importa a chi tocchi, e poco importa che a breve sia ripristinata la parità. Quell’istante di contrasto in genere è stato molto divertente.
Flavio Mazzini, trentacinquenne giornalista, è autore di Quanti padri di famiglia (Castelvecchi, 2005), reportage sulla prostituzione maschile vista "dall’interno", e di E adesso chi lo dice a mamma? (Castelvecchi, 2006), sul coming out e sull’universo familiare di gay, lesbiche e trans.
Dal 1° gennaio 2006 tiene su Gay.it la rubrica Sesso.Per scrivere a Flavio Mazzini clicca qui
di Flavio Mazzini
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