Nelle ultime ore è spuntata la notizia che Grindr avrebbe offerto una seconda opzione oltre i vari top, bottom, versatile: si chiama sides. Tradotto, sides fa riferimento a chi non gradisce il sesso anale e al contempo non si ritrova nella definizione di passivo. Come ogni etichetta, prevede le sue sfumature con le sue micro-differenze a seconda del caso – come i side-verse, ovvero chi pur non gradendolo di base, qualche volta lo fa.
Penserete all’ennesima parola inutile in mezzo ad una sfilza di parole inutili, ma il termine è stato coniato nel 2013 da Joe Kort, terapeuta di Detroit che si è dedicato al caso per più di trent’anni. “Voglio che le persone capiscano è normale non amare il sesso anale” ha dichiarato Kort a Mel Magazine, un concetto così semplice su carta eppure che ancora richiede una riflessione in più. Siamo cresciut* tutt* con questa concezione ancestrale dove per fare sesso dobbiamo penetrare o essere penetrati. Tutto il resto sono i fantomatici preliminari, le zozzerie di contorno che precedono il grande evento, sempre in secondo piano. Non è colpa nostra, ce l’hanno insegnato i colleghi etero che sono sempre stati il nostro modello numero uno: abbiamo solo trovato un modo per riapplicare quell’esempio nel nostro mondo, in modo da poterci capire qualcosa pure noi. Quello che non ci ha mai insegnato nessuno – dopo una vita di a o p – è che la penetrazione è solo una fra le varie opzioni. Piaccia o meno, intenderla come la destinazione per un rapporto completo ci incapsula in quest’ottica, vecchia come il cucco, dove il sesso è solo quello che coinvolge un pene da ricevere o donare, escludendo tutto il resto: dalle persone con disabilità a quelle affette da vulvodinia, vaginismo, dispaurenia. Se tutto quello che conta è la penetrazione, allora tutte queste persone – e molte altre nello spectrum queer – non avrebbero mai fatto sesso.
Ma stando ai dati la penetrazione è meno comune di quanto ci hanno raccontato: stando a delle ricerche dalla George Mason University nel 2011, su 25,000 uomini gay e bisessuali solo il 35% gradisce il sesso anale. La maggior parte di loro, dichiara Micheal Reece – professore presso la Scuola di Salute presso Indiana University – preferisce la masturbazione, il sesso orale, gli abbracci, utilizzare le dita, o anche solo baciarsi. “Il sesso anale coinvolge probabilmente solo un terzo della comunità gay” dice Reece. Non a caso la decisione di accogliere l’opzione “sides” su Grindr è stata accolta calorosamente da buona parte della comunità, che si è dichiarata finalmente vista e validata anche sull’app più problematica e monotematica della Terra. Lo stesso Kort creò un gruppo privato su Facebook chiamato “SIDE GUYS” dove una serie di ragazzi “side” si riunivano per chattare, confrontarsi, occasionalmente flirtare, ma soprattutto non sentirsi soli o strani, esprimendo le proprie preferenze in un angolo senza giudizio.
È per questo che parole come attivo, passivo, o versatile hanno sempre meno senso: perché se è vero che le parole o le etichette a volte ci fanno sentire validati e riconosciuti, mille altre volte ci sopprimono dentro definizioni arcaiche, figlie di una cultura eterocentrica che continua a restare il nostro parametro di confronto in ogni sfumatura quotidiana. Ancor più, è triste e avvilente che diventi un punto focale quando conosciamo una persona, che l’attrazione e il coinvolgimento dipendano da questi ruoli pre-impostati, quando possiamo permetterci di essere e fare molto altro. Qualcuno dirà che i gusti sono gusti, e chi sono io per contraddirvi. Ma universalizzare questo schema non fa altro che precluderci dalle mille, infinite sfumature del piacere, e le imprevedibili possibilità dei nostri corpi: “Il problema con questo rigido modello è che man mano che gli uomini invecchiano e iniziano a perdere la loro abilità ad ottenere una completa e forte erezione a comando, temono che non faranno mai più “sesso” di nuovo.” scrive Joe Kort sull’Huffington Post: “Devono scoprire nuovi modi per soddisfare i propri partner. Ma per farlo, devono andare oltre questo luogo comune, dove del buon sesso è solo quello penetrativo”.
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