Elizabeth Alexandra Mary, conosciuta da tutti come la Regina Elisabetta II, è nata il 21 aprile 1926 e oggi festeggia 95 anni. Il primo compleanno senza il suo Filippo, deceduto all’età di 99 anni. Incoronata nel corso di una cerimonia all’abbazia di Westminster il 2 giugno 1953, quest’anno festeggerà anche i suoi 69 anni di regno.
Non basterebbe un giorno per raccontare la vita di questa grande donna, sia prima che dopo aver ereditato il posto al trono dal padre, morto prematuramente per un tumore ai polmoni, quando Elisabetta aveva solo 27 anni.
Per tutti gli anni del suo regno la Regina Elisabetta ha sempre rivolto uno sguardo anche alla comunità LGBT britannica. Oltre a lei, anche Lady Diana, e poi i figli Harry e William, non si sono mai tirati indietro, portando conforto ai malati di AIDS negli anni ’80, e supportando le molte associazioni attive nel Regno Unito.
Il pensiero della Regina Elisabetta per la comunità LGBT
In 69 anni, Queen Elizabeth più volte si è dimostrata dalla parte della nostra comunità.
Royal Assent alla legge sul matrimonio egualitario
La prima volta che la Regina è intervenuta sulla questione, è stato nel 2013, quando ha apposto il timbro reale alla legge approvata dal Parlamento che rendeva possibile il matrimonio tra persone dello stesso sesso, sia civile che religioso. Dal 1953, anno della sua incoronazione, è la prima volta che ha personalmente trattato l’argomento LGBT, seppur con un gesto formale, previsto per tutte le leggi.
Turing Law: perdono a tutte le persone LGBT perseguitate
Un provvedimento del 2017, che prevede il perdono postumo e la riabilitazione di oltre 60.000 persone LGBT perseguitate dalla legge inglese perché omosessuali. Prende il nome da Alan Turing, genio matematico, che per la sua omosessualità dovette passare anni di terribili umiliazioni, fino al giorno del suo suicidio.
Nel 2013, la Regina ha formalmente graziato Alan Turing,
L’impegno a proteggere la comunità LGBT da parte della Regina Elisabetta
Nel 2017 si è tenuto forse l’episodio più importante della Regina Elisabetta nei confronti della comunità LGBT. La famiglia reale non dovrebbe mai parlare di politica, mostrandosi super partes e neutrale. Nonostante questo, al discorso annuale davanti al Parlamento britannico, Elisabetta II ha detto:
Il mio governo farà ulteriori progressi per affrontare il divario retributivo di genere e la discriminazione nei confronti delle persone sulla base della loro razza, fede, genere, disabilità o orientamento sessuale.
Poche parole. Per alcuni poco incisive, molto importanti per altri, ma che ancora una volta dimostrano la vicinanza della regina agli LGBT.
Il primo matrimonio gay nella famiglia reale
Nel 2018, la famiglia reale è stata al centro del gossip inglese per il primo matrimonio gay di un membro della famiglia della Regina. Si tratta di Lord Ivar Mountbatten, che dopo il coming out nel 2018, ha sposato James Coyle alla presenza della famiglia e degli amici.
Alla New Year Honours List anche 8 nomi LGBT
I New Year Honours sono una serie di onorificenze, come ordini cavallereschi e titoli nobiliari, che ogni 1 gennaio il monarca dal 1890 concede a dei sudditi che si sono distinti in vari campi. Nel 2017, nella lista erano presenti anche 8 persone LGBT.
Cappellino arcobaleno per il pride?
Nel 2018, durante un’uscita pubblica e un seguente incontro, la Regina Elisabetta indossava un simpatico cappello colorato, con tanto di rose color arcobaleno. Non c’è stata alcuna dichiarazione in merito da Buckingham Palace, ma sono molti a pensare che il cappello sia un modo per mostrare appoggio al World Pride di Londra.
Valletto gay a fianco della Regina Elisabetta
Infine, sempre nel 2018 ha fatto scandalo la storia di Ollie Roberts, pubblicamente omosessuale. Il fatto che il valletto fosse a fianco della Regina nelle sue uscite pubbliche, ha fatto piacere a molte associazioni come un ulteriore segnale che alla famiglia reale non interessa l’orientamento sessuale dei suoi collaboratori.
Peccato però che dopo pochi mesi, Ollie è stato retrocesso a cameriere. Secondo alcune fonti, ai piani alti non era piaciuto l’impatto mediatico che aveva ottenuto la storia, accusando lo stesso ex valletto ad averne approfittato per acquisire notorietà.
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Potrebbe mai una Quee - n essere non favorevole ai Quee - r ?
Che la regina Elisabetta II sia per la parità sessuale non mi risulta, osservando che lei salí al trono nel 1953, un anno prima che Turing si suicidasse. Avrebbe potuto fare qualcosa di piú che aspettare decennî e un film premio Oscar per... graziarlo, cioè per dire "Vabbè, dai, ti perdoniamo". Ma anche no! Poi la storia di Ollie è tutto dire: se la regina non avesse voluto che lui fosse retrocesso a cameriere senza un motivo valido, poteva imporre la sua autorità, ma non lo ha fatto. Suvvia, meglio la Repubblica!