L’appiglio burocratico che ha permesso alla Lega di rinviare ancora una volta la calendarizzazione del DDL Zan in commissione giustizia al Senato, con la presidente Casellati costretta ad intervenire, ha suscitato la dura reazione di Alessandro Zan, da noi riportata ieri, e ora anche di Laura Boldrini.
Intervistata da FanPage, la senatrice dem ha puntato il dito contro la Lega: “A me sembra che sia un altro escamotage per prendere tempo invece che aprire una vera discussione nel merito. Una tattica dilatoria che dimostra il fatto che su questo tema, da parte di alcune forze politiche, non ci sia la volontà di confrontarsi nel merito, compreso il presidente della commissione, che non dovrebbe decidere la calendarizzazione in base ai contenuti del provvedimento”. “Questa norma ci aspetta da anni, la prima proposta di legge sull’omofobia risale al 1996 e venne presentata da Nichi Vendola. Dopo 25 anni non abbiamo ancora una legge, anche se il Parlamento europeo ce lo ricorda da tempo. Nell’Unione tutti i grandi Paesi si sono adeguati: Spagna, Francia, Germania. C’è un grande vuoto legislativo nel nostro ordinamento, vuoto che noi siamo determinati a colmare per dare piena dignità a tutti e tutte nel nostro Paese. Questa è una legge che protegge dalle discriminazioni“.
Su questo punto Boldrini è stata chiara. E inattaccabile. Perché chiunque definisca il DDL Zan ‘discriminatorio’, come fatto da Salvini, dovrebbe semplicemente vergognarsi.
Il testo di legge è molto chiaro: parliamo di crimini d’odio. Dunque discriminatorio verso chi? Al contrario, senza questa legge continuiamo a tollerare evidenti discriminazioni. Il bacio tra un uomo e una donna non desta nessun tipo di reazione e nessuno si immaginerebbe di aggredirli, ma se a baciarsi sono due donne e due uomini la questione cambia. La stessa azione, a seconda di chi la mette in atto, suscita reazioni diverse. Qualcuno mi porti i casi di coppie eterosessuali fatte oggetto di violenza perché manifestano amore. Non esistono. Invece le cronache sono piene di coppie lesbiche o omosessuali che vengono malmenate o aggredite perché si scambiano gesti di affetto. Basta questo per capire che c’è una discriminazione.
Un rinvio, quello voluto e cercato dalla Lega nella giornata di ieri, che ha suscitato anche la piccata reazione di Claudio Mazzella, Presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli: “Vogliamo essere chiari. Questa continua attesa brucia sempre più forte sulla pelle di un’intera comunità. E rileviamo che siamo sempre di più, in tant* a chiedere che sia finalmente compiuto questo passo di civiltà. Non è più possibile pensare di poter mettere a tacere le nostre voci. È necessario procedere speditamente verso la discussione, questa legge serve, e serve subito perché è già tardi“.
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