Nel 2019 uscì la versione originaria del videogioco Death Stranding di Kojima Productions, inizialmente arrivato in esclusiva per la console PlayStation 4 di Sony e poi pubblicato anche su PC. E scoprimmo che conteneva una rappresentazione non molto positiva delle persone asessuali e dell’asessualità in generale. All’epoca ne parlammo con la rappresentante di un gruppo asessuale internazionale con base in Giappone, che ci spiegò come l’asessualità fosse vista nel paese e come venga confusa con altri fenomeni molto presenti nell’immaginario pubblico. È ora uscita la versione estesa del videogioco per la nuova console PlayStation 5, Death Stranding Director’s Cut, e Kojima Productions ha ritoccato la rappresentazione dell’asessualità in un modo secondo noi piuttosto brillante.
Nel futuro post-apocalittico del videogioco un evento (il “Death Stranding” del titolo) ha assottigliato i confini tra mondo dei vivi e mondo dei morti. Le persone sono ora costrette a vivere in città sotterranee per sfuggire agli spettri che vagano sulla Terra e a una misteriosa pioggia che fa invecchiare tutto ciò che tocca. Noi controlliamo Sam Bridges, interpretato da Norman Reedus di The Walking Dead, uno dei fattorini che grazie ad alcuni poteri legati al mondo dei morti riescono ancora a muoversi in superficie e a fare la spola tra i vari insediamenti umani. Il passato del mondo di Death Stranding è raccontato soprattutto attraverso documenti, scritti come se fossero stati realizzati da vari personaggi del videogioco. E uno di questi documenti, dal titolo “Un mondo asessuato,” parla di asessualità. L’asessualità è descritta come il “rifiuto […] del contatto fisico e dei rapporti intimi” e sarebbe stata un’anticipazione di quell’isolamento fisico ed emotivo a cui l’umanità sarebbe poi stata costretta dopo il Death Stranding. Insomma, era un segno della prossima apocalisse. Il Death Stranding, sempre secondo questo documento del videogioco, avrebbe “accelerato la diffusione di questi orientamenti sessuali [come l’asessualità]. [E nella post-apocalisse] le persone sono sempre più restie a instaurare legami affettivi con gli altri.” Affermazioni che ripetevano molti luoghi comuni sbagliati sull’asessualità, che invece è uno spettro complesso in cui cadono vari modi di non considerare prioritaria la sfera strettamente sessuale ma che non sempre esclude le relazioni sentimentali o il sesso.
Il nuovo Death Stranding Director’s Cut aggiunge nuove funzionalità e nuove contenuti al gioco originale e corregge questo documento, come fatto notare su Twitter da Alessandro Fillari di CNET. Abbiamo potuto visionarne solo la versione inglese, e al momento non sappiamo se nella versione italiana sono stati anche corretti gli errori di traduzione: il testo nella nostra lingua parlava di persone “asessuate” invece che di persone “asessuali.” Comunque, il testo originale è rimasto nel gioco, invariato, ma gli è stata aggiunta una nota finale, come se si trattasse di una revisione di un documento reale. In questa nota il documento originale viene definito “da destinarsi all’archivio,” insomma arretrato, perché “propone una tesi controversa largamente considerata senza basi e discriminatoria.” Il fatto che sempre più persone si identifichino come asessuali è ora correttamente ricollegato a una sempre maggiore consapevolezza e accettazione di tali orientamenti in società che li avevano discriminati perché “al di fuori delle norme cis e etero.” È una piccola correzione e in Death Stranding, da quello che ci risulta, non ci sono ancora personaggi appartenenti alla comunità LGBTQIA+, o almeno personaggi chiaramente caratterizzati come appartenenti a questa comunità. Ma è forse la prima volta che troviamo in un videogioco tanto mainstream un ragionamento sulla sistemica ciseteronormatività delle nostre società e sulle sue conseguenze.
Death Stranding Director’s Cut di Kojima Productions è già disponibile per PlayStation 5. Non è ancora nota una data di uscita per PC.
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