Da sempre considerata icona LGBT, tanto dall’aver ricevuto il premio Muccassassina Icon nel 2013, Franca Leosini, da 25 anni conduttrice di Storie maledette, è tornata a parlare della comunità LGBT dalle pagine de La Repubblica.
La 70enne giornalista napoletana, un po’ a sorpresa va detto, ha inaspettatamente criticato l’istituzione Pride, nato proprio 50 anni or sono grazie ai Moti di Stonewall. Quell’Onda Pride partita da Vercelli pochi giorni fa, alla Leosini, non fa particolarmente impazzire.
Non mi convince, perché per me quello è un modo per ghettizzarsi. Nessuno è diverso. I diversi sono quelli che rubano e che uccidono.
Ed è qui che si sbaglia, signora Franca, se possiamo permetterci. Il Pride è esattamente il contrario della ‘ghettizzazione’, perché significa esporsi, metterci la faccia, urlare al mondo che noi esistiamo e alla luce del sole, in strada, tra cittadini e turisti. Al Pride chiunque è il benvenuto, se desideroso di abbracciare una giornata di festa, di orgoglio, di appartenenza, di pura e semplice libertà. Tutti, signora Leosini, siamo diversi. Ognuno è diverso a modo suo e quella diversità, se così possiamo, dobbiamo e vogliamo chiamarla, non va vista in ottica negativa, bensì come stemma da appuntare al petto. Se partecipasse ad un Pride, signora Leosini, vedrebbe con i suoi occhi che quanto detto è lontano dalla realtà.
“I gay sono vicini a me e alle mie idee perché sono idee di grandi libertà e apertura. La parola tolleranza non esiste nel mio vocabolario perché non devo tollerare nessuno. Sono felice per i matrimoni gay“, ha concluso la conduttrice, da invitare possibilmente il prossimo 8 giugno su un qualsiasi carro del Roma Pride.
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Curioso che la Sig.ra Leosini sia contenta per i matrimoni gay, considerando che in Italia non esistono ancora... la disinformazione regna sovrana! Forse è stato uno sbaglio, e lo dico da gay, sottolineare sempre che quello che ci hanno "concesso" ovvero le unioni civili siano in realtà un matrimonio... sono una cosa diversa, infatti è lo Stato stesso che ci considera Diversi. Povera Italia...
Nessuno deve essere convinto , nessuno deve convincere. Certi riti , certe manifestazioni vanno prese per come sono . Chi oserebbe dire che il velo islamico o la circoncisione siano poco convincenti? E non è una maniera di ghettizzarsi , di autoescludersi , anzi è il modo di esprimere la propria specificità. L'essenziale è non volere omologare nessuno a se stesso.