25enne sincronetto romano, già vincitore di sei medaglie mondiali e quattro europee, Giorgio Minisini è entrato nella Storia del nuoto azzurro agli Assoluti di nuoto sincronizzato che sono andati in scena nella Piscina Comunale di Riccione, vincendo il “Solo” con il punteggio di 89.1333, davanti alla Regina Marta Murru, finalista a Miss Italia nel 2018. Non era mai successo nel sincronizzato italiano che un uomo facesse suo l’ambito oro in solitaria. Non contento, Minisini ha bissato con un altro oro nel doppio misto con Lucrezia Ruggiero.
Intervistato da LaRepubblica, Minisini ha sottolineato le difficoltà vissute sulla propria pelle nell’aver scelto uno sport storicamente praticato quasi unicamente da donne.
Ricordo di aver sempre dovuto dimostrare qualcosa. Anche sulla sessualità, quand’ero bambino, ho sempre dovuto dimostrare quello che ero, sebbene fossi certo del mio essere etero. L’espressione gay per me non è un’offesa, e nemmeno una presa in giro. Io l’ho superata perché non lo ero, ma ho sempre dovuto dimostrare di non essere un fenomeno da baraccone. Dimostrare di valere qualcosa, di poter dire qualcosa, di poter fare qualcosa. La minaccia della presa in giro faceva sì che non mi esponessi: scuola, amici, sport. Attenzione, niente di così tragico, ma la sofferenza c’è stata. Superata solo quando ho capito che era una parte di me e l’ho accettata. Ho avuto più stima di me, e mi ha aiutato tanto.
Due anni di duro lavoro, tra lockdown e allenamenti per Giorgio, che ha però attinto da queste difficoltà traendone una grande lezione.
Se vogliamo una società più bella dobbiamo accettare di essere come siamo: non scegliamo dove, come e quando nascere. Ma quello che siamo, lo siamo noi. L’essere macho, la virità dell’uomo, non esiste più: ogni uomo, ogni donna, può essere il massimo semplicemente com’è. La bellezza non ha genere.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.