Il bacio tra Fedez e Rosa Chemical a Sanremo 2023 non costituisce reato di atti osceni in luogo pubblico. La Procura di Imperia ha chiesto l’archiviazione, dopo l’esposto presentato dall’associazione Pro Vita.
Insieme all’ex ministro Giovanardi e l’Avv. Valerio Cianciulli, l’associazione ultra-integralista cattolica, fonte di ispirazione per l’estrema destra italiana al governo, aveva accusato il cantante piemontese Rosa Chemical e Fedez di aver provocato “vergogna, disagio, repulsione per la volgarità di un comportamento che riguarda la sfera sessuale“. Il leader di Pro Vita, Jacopo Coghe, già da settimane prima di Sanremo aveva iniziato la sua raccolta firme per dire “basta al Gender in Rai”. Già un mese prima del Festival, qui su Gay.it avevamo messo in guardia rispetto alle forti pressioni della destra integralista ultra cattolica sulla Rai e Su sanremo.
Dal punto di vista legale, si tratta di un buco nell’acqua per Pro Vita. La boutade dell’organizzazione che difende la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna e che si batte contro l’aborto, che ha voluto invocare nientemeno che atti osceni in luogo pubblico in riferimento al bacio e al twerk tra Rosa Chemical e Fedez, viene annullata dalla Procura di Imperia che ha deciso di non procedere, archiviando per non sussistenza del fatto.
In precedenza già il sempre gracchiante Simone Pillon, supporter di Pro Vita, aveva minacciato per la presenza “del gender” sul palco dell’Ariston.
Sebbene azioni come quella di Pro Vita contro Fedez e Rosa si sciolgano in un nulla di fatto, in verità contribuiscono ad alzare il clima di pressione sui manager Rai e più in generale su media ed epicentri di potere mediatico. Il Governo Meloni e la maggioranza di destra sono ben decisi a cambiare i vertici Rai, licenziare Stefano Coletta, direttore dei contenuti entertainment del Prime Time, e Amadeus: per farlo la destra di governo ha utilizzato anche modalità omofobiche di natura personali.
Più difficili e di altra natura i guai con la giustizia di Blanco. Il nostro amato coniglietto punk dovrà vedersela con accuse di ben altro calibro: rischia fino a cinque anni di reclusione per danneggiamento, con aggravante per futili motivi, dopo i suoi tre minuti di follia, nei quali ha distrutto i materassi di rose sul set dell’Ariston. Anche in questo caso il procedimento è in mano alla Procura di Imperia, che ha chiamato in causa la Rai, chiedendo di quantificare i danni. Se ci sono stati.
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