La maggioranza di governo ed in particolare Fratelli d’Italia vorrebbero cambiare il consiglio di amministrazione della Rai e i vertici manageriali dell’azienda, per piegare i contenuti alla propria linea politica. Ne hanno potere. La Rai è l’editore pubblico e la destra è maggioranza in Parlamento. Ma Meloni non vuole assumersi la responsabilità di tagliare la testa a un’azienda che industrialmente sta mietendo successi.
La Rai guidata da manager scelti dai governi precedenti sta andando bene. È influente nella conversazione pubblica (e questo è il vero problema). Si è ben convertita al digitale. Sottrae ascolti a Mediaset (di proprietà della famiglia Berlusconi, “proprietaria” anche del partito di maggioranza Forza Italia). Sanremo ha fatto ascolti record. Un bel problema per Meloni: come giustificare il cambio di manager che stanno lavorando bene?
Circa un mese fa, in un precedente articolo del 12 Gennaio 2023, avevamo raccontato come Pro-Vita, movimento ultra cattolico fortemente vicino all’attuale destra di governo, aveva alzato la voce contro “il gender” in Rai. Poi, durante la kermesse sanremese, due episodi hanno scatenato le ire di Fratelli d’Italia. Entrambi a Sanremo. Entrambi con Fedez protagonista.
Il primo
Fedez strappa in diretta la foto di un viceministro del Governo Meloni: nella foto (del 2005) il viceministro Bignami indossa una divisa nazista con svastica. “Fu una goliardata” dice oggi Bignami. Vero. Ma, in un ribaltamento surreale, per la destra il punto è come e quanto punire i manager che hanno permesso a Fedez di strappare una foto di un viceministro che anni fa indossò la svastica nazista. Il paradosso al governo.
Il secondo
Rosa Chemical all’Ariston twerka con Fedez seduto in platea, quindi lo conduce sul palco e gli rifila un limone, che Fedez accetta di buon grado. Due uomini che si baciano a Sanremo. Davvero troppo per la maggioranza di Meloni. In precedenza – durante una seduta in Parlamento! – la deputata Morgante aveva già preventivamente censurato il testo della canzone di Rosa Chemical.
Finito Sanremo (record di ascolti tv e di audience digitale), la destra fa sapere che “I vertici Rai vanno cambiati”. Ma Fedez, Rosa Chemical e tutto il resto sono soltanto scuse. Scrive il Corriere:
Voltare pagina, in fretta e possibilmente senza traumi. Perché i vertici della Rai «hanno passato il segno» e la cautela con cui Giorgia Meloni si era accostata ai piani alti di viale Mazzini, nei giorni di Sanremo ha cambiato di segno. Ora a Palazzo Chigi prevale lo «stupore», una parola diplomatica che rivela l’ira, il fastidio, la profonda disapprovazione della presidente del Consiglio e dei ministri a lei più vicini per come l’azienda pubblica ha gestito i momenti chiave del Festival: «Un vero caos» (Corriere della Sera, 12 Febbraio 2023)
C’è in ballo l’occupazione della Tv di Stato. Il Governo Meloni vuole sostituire l’attuale amministratore delegato Rai Carlo Fuortes (nominato dal Governo Draghi). O forse l’intero Consiglio di Amministrazione (questo è politicamente più complicato).
Per farlo, la maggioranza di governo cerca di indebolire i manager e i direttori artistici che, secondo FDI e alcuni giornali di destra, fanno un “RAI PRIDE” (cit: titolo de Il Giornale).
Ma non basta. Gli attacchi sono anche di natura personale. In un articolo del 23 Gennaio avevamo sottolineato la strisciante omofobia di un ritratto apparso su Il Giornale, firmato dal professore dell’Università Cattolica Luigi Mascheroni, nel quale si ridicolizza Stefano Coletta, direttore dei contenuti intrattenimento del prime time Rai. In questi giorni, dopo Sanremo, gli attacchi di natura personale a Stefano Coletta hanno preso il volo e sono diventati strumento di lotta politica da parte dell’attuale maggioranza di governo.
In un’intervista rilasciata a Repubblica, il direttore dei contenuti di intrattenimento di prime time Rai ha spiegato:
“La ferita più grande è essere stato attaccato sul privato, dal punto di vista sessuale. Ho pensato che se fossero stati vivi i miei genitori – che mi hanno educato al rigore, al rispetto, al dialogo, che mi hanno insegnato che bisogna sempre ascoltare tutti – avrebbero sofferto.”
“Essere attaccati per l’orientamento sessuale, per demolire la professionalità con letture omofobe è una ferita e niente ti può risarcire. Tutti gli anni di sacrificio, impegno, di giornate fatte di solo lavoro, saltano in un istante perché nella vita si ha un compagno e non una compagna?”
(Stefano Coletta – intervista di Silvia Fumarola – Repubblica 12 Febbraio 2023)
Così avanza la sottile deriva fascistoide della destra di governo: articoli di giornale, insinuazioni a mezzo stampa, minacce di licenziamenti. Dalle retrovie della maggioranza, soltanto qualcuno ha il coraggio di dire le cose come stanno: la destra vuole una Rai piegata al proprio indirizzo politico. Ma Meloni non ha il coraggio di agire pubblicamente e direttamente. Così si attiva lo squadrismo. A mezzo stampa, per ora.
Copertina: Fedez e Marco Mengoni – foto tratta da IG di Fedez.
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