Mentre i luoghi del "baccaglio", reali e virtuali, si moltiplicano e con loro anche le occasioni di incontro, c’è ancora una categoria tanto affascinante nell’immaginario erotico gay quanto difficilmente raggiungibile: l’eterosessuale.
Eppure lo stereotipo vorrebbe che questi ometti abbiano delle caratteristiche repellenti: pettinatura non esattamente alla moda, accostamento di colori nell’abbigliamento che ha l’effetto di un pugno nell’occhio ma soprattutto quell’umorismo tradizionale che proprio non ci consente una sana risata nemmeno sotto tortura. Un gay dovrebbe starne lontano chilometri e chilometri. E invece…
Invece c’è qualcosa di intrigante in questi uomini. Sarà per la consapevolezza di essere in presenza di uomini dai pantaloni inespugnabili, sarà quella camminata quasi scimmiesca o quei modi bruschi. L’unica intrusione nel privato di questi inarrivabili, però, è soltanto l’immaginazione alimentata dalle dettagliate recensioni dell’amica che invece ha testato/tastato con mano. Pretendere i particolari e allora d’obbligo.
Ma sarà proprio vero che questi eterosessuali sono tutti così irraggiungibili? Non potrebbe esserci qualche dovuta eccezione che potrebbe confermare la regola? Quelle mutande non potrebbero finalmente essere tirate giù per qualche istante di puro piacere da condividere anche con un uomo? A sentire alcune leggende metropolitane per cui "gli etero non esistono più" e "ormai son tutti bisex" e ancora "basta farli ubriacare", sembrerebbe che, anzi, questi eterosessuali siano tutti fuorché non disponibili. Peccato che la fantasia, prima o poi, debba lasciare spazio alla realtà.
di Stefano Orsini
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