Sono passati 22 anni dalla prima edizione del Grande Fratello condotta da Daria Bignardi. Senza nulla togliere a tutte le precedenti stagioni, quelle affollate di perfettə sconosciutə, e quelle farcite di vippame più o meno sulla cresta dell’onda, eccoci oggi alla prese con un piccolo grande sogno.
Il Grande Fratello Vip potrebbe avere tra i suoi concorrenti Immanuel Casto, cantante, performer e – questo lo scrivo e lo sottoscrivo io – intellettuale arguto del nostro disgraziato, sfaccettato, vituperato e coloratissimo presente. Unə mattə contemporaneə come non se ne vedono – ahi noi – in televisione. La quale, checché se ne dica, è ancora quel mezzo potente in grado di smuovere gli stomaci e – quando vuole – collegarli al cervello.
Ecco, Immanuel Casto al Grande Fratello Vip, sarebbe uno stimolo ad una audience che Mediaset tende a considerare – sbagliando! – addormentata sui cliché malgioglieschi del vizietto stereotipato.
Ora, è naturale che noi di Gay.it siamo di parte. Immanuel conduce da tre stagioni una delle nostre rubriche più di successo “C’è posta per Casto” qui tutti i video >. Ma lasciatemi dire che questa storia prescinde non solo da Gay.it – ci mancherebbe – ma prescinde anche dalla comunità LGBTQIA+, sebbene la sua candidatura sia certamente inquadrata in quota arcobaleno ai piani alti della “Televisione”.
La presenza di una personalità come Immanuel Casto al Grande Fratello Vip è per la televisione italiana una boccata di ossigeno, un raggio di pensiero laterale, una luce tagliente che fa emergere i chiaroscuri umani nel grigio bidimensionale di certi contenuti televisivi italiani. Questa è una candidatura oltre il binarismo!
Casto è infatti quell’artista che se n’è fregato dei compromessi, se n’è fregato delle prudenze e lo ha fatto quando certi personaggetti furbacchioni non consideravano il coming out neanche come ipotesi strategica per ottenere copertine o lanciare album e programmi tv.
Casto porta a spasso il non binarismo non tanto e non solo di genere (immagino che Casto si identifichi come cis). Ma sia messo agli atti che Casto porta in giro il non binarismo di pensiero! E lo fa da almeno 20 anni.
Ricordo con affetto un concerto a Milano in Viale Umbria una decina e più d’anni fa, e ricordo che già allora intorno a Casto c’era quel popolo liquido-fluido-eccetera – quel popolo non schierato, fieramente queer – che oggi intasa gli spazi pubblicitari delle multinazionali di vestiti e detersivi. Forse è ora che Mediaset si svegli anch’essa?
Il Casto Divo, classe 1983, è in tour in questi giorni con il suo nuovo progetto discografico “Malcostume” (qui ci ha parlato dell’album). Questa sera, 13 Luglio, sarà a Roma all’Eur Social Park.
Scrivo con slancio questo breve articolo, non per sostenere la candidatura di Immanuel Casto al Grande Fratello Vip, ma per sostenere il Grande Fratello Vip e i suoi autori nel dare credito a questa occasione di stimolare un pubblico che ha voglia di divertirsi con quella leggerezza che solamente certe intelligenze possono regalare. A tuttə.
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