Ebbene sì, oggi finisce un inedito capitolo della televisione italiana che porta il nome di “Un professore”.
In questi ultimi mesi, infatti, Simone, Manuel, Mimmo e tutti i personaggi della nota serie Rai co-prodotta con Banijay Studios Italia, ci hanno mostrato uno spaccato della nostra società, e soprattutto della così tanto chiacchierata generazione Z, ricordandoci che è possibile ambire a quel tanto agognato rinnovo televisivo cui tutti ambivano ma al quale nessuno era in grado di stendere il tappeto rosso.
Quel momento, però, anche grazie a “Un professore” ora sembra essere arrivato. Sin dalla prima stagione, infatti, la serie ha timidamente provato a portare in tv diversi temi divisivi come la bisessualità e l’omosessualità, la violenza di genere e le difficoltà delle relazioni interpersonali, con l’onere e l’onore di raggiungere un’ampia fetta di telespettatori italiani ancora fermi agli stereotipi tipici della televisione dei primi anni dieci del 2000, disabituati a queste linee narrative più vicine alla quotidianità.
Un Professore, la forza del cambiamento: “inclusione” è la parola d’ordine
La ragazza con difficoltà motorie, il bacio tra due ragazzi adolescenti, la violenza di gruppo non sono immagini facili da mostrare, soprattutto su una televisione di stato di indole censoria, eppure gli sceneggiatori della serie Rai hanno capito l’importanza di raccontarle, pronti ad accettare dati meno entusiasmanti, certi che il pubblico italiano sarebbe stato pronto ad accoglierlo.
E così è stato. In queste settimane, infatti, la seconda stagione di “Un professore” è riuscita a scalare le classifiche dei trend social – anche grazie al sostegno delle varie fanbase – e soprattutto ad attirare l’attenzione di giovani e adulti accomunati dalla necessità di potersi immedesimare nelle vite dei protagonisti delle serie tv. Per una volta vicini alle persone comuni e non archetipi tipici della contemporaneità, ispirati a Barbie e Ken.
È questa la forza di “Un professore”. Grazie alle parole di Dante Balestra, e dei filosofi citati in ogni episodio, riusciamo ad immedesimarci nelle vite dei protagonisti della serie, alle prese con gioie, dolori, ansie e paure tipiche di ogni età.
Dai nuovi amori che ti fanno venire le farfalle nello stomaco ai timori dovuti all’indecifrabilità del futuro, passando per la riscoperta del sé: non c’è persona al mondo che non possa ritrovarsi nelle battute, nelle espressioni, nelle situazioni portate in scena da Alessandro Gassmann, Claudia Pandolfi, e della fiorente nuova generazione di attori rappresentata da Nicolas Maupas – protagonista assoluto di questo 2023 -, Damiano Gavino e Domenico Cuomo (vincitore del Premio David Rivelazioni Italiane – Italian Rising Stars), protagonisti perfetti di quel “Triangolo” citato ormai tempo addietro dall’iconico Renato Zero.
A questo si aggiungono temi quali l’inclusione, l’uguaglianza e l’affermazione del sé tanto cari alle nuove generazioni. Così, grazie al triangolo Manuel – Simone – Mimmo scopriamo che l’amore può esprimersi in infinite forme. Grazie a Nina impariamo quanto possa essere forte una mamma, anche se non è ancora maggiorenne. Grazie a Dante e ad Anita, invece, impariamo che la vita non è mai come ce la aspettiamo e dobbiamo essere pronti ad accoglierla, in tutta la sua complessità.
D’altronde, come canta Leo Gassmann nella sua “Dammi un bacio ja’”, colonna sonora della serie Rai dei record (ora disponibile in streaming su RaiPlay e Netflix), “A volte vorrei dirtelo. Non ti basta una vita normale. A me basta che mi vieni a salvare”, abbiamo tuttə bisogno di vivere una vita fuori dagli schemi e di essere salvatə da qualcunə che ci ama per ciò che siamo, incondizionatamente.
Così, fosse anche solo per qualche ora a settimana, siamo riusciti a vedere in tv una rappresentazione più simile al reale.
Lo sappiamo, non tutto è stato rappresentato. Pensiamo a quanto ancora si faccia difficoltà nel mandare in onda scene di sesso omosessuali, ma almeno qualche passo in avanti è stato fatto.
E per questo non possiamo che dire grazia a “Un professore” che ha fatto la sua parte per rendere sempre più inclusivi i prodotti audiovisivi italiani, anche sui canali generalisti che in questo 2023 hanno saputo raccontare l’amore in tante sfumature diverse. E chissà che con la terza stagione (che tutti speriamo possa essere prodotta) questi temi possano godere di un’evoluzione ancora più importante.
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— Banijay Studios Italy (@banijaystudios) December 21, 2023
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