“Expo 2015 va tutelato da polemiche e strumentalizzazioni che esulano dai suoi contenuti”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, con delega ad Expo, interviene nella polemica contro l’uso del logo di Expo sulla locandina di un convegno omofobo a cui partecipa anche la Regione Lombardia (con intervento conclusivo del presidente Roberto Maroni) interviene il ministro alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Maurizio Martina, che ha la delega all’Expo. “Per questo – continua il ministro – credo che il logo dell’Esposizione Universale vada utilizzato, in ogni caso e da ogni socio, solo per iniziative e attività coerenti con la promozione e l’approfondimento del tema espositivo “Nutrire il pianeta, energie per la vita”.
Intanto, dopo le prese di distanza del comune di Milano , la risposta pilatesca di Expo (giunta via Facebook) e la reazione della comunità lgbt, inclusa Arcigay , sono state annunciate diverse interrogazioni parlamentari che saranno presentate alla riapertura dei lavori, la settimana prossima. Hanno annunciato interrogazioni alla Camera l’onorevole Franco Bordo di Sel e al Senato Sergio Lo Giudice, Maria Cecilia Guerra e Andrea Marcucci, tutti del Pd.
Sul suo profilo Facebook, intanto, Mario Adinolfi, fondatore dei circoli “Voglio la Mamma” e uno dei relatori dell’incontro in questione, parla di intimidazione da parte della stampa e di chi in queste ore
ha espresso la propria indignazione e rivendica “il diritto ad affermare la mia contrarietà all’introduzione del matrimonio omosessuale nell’ordinamento giuridico italiano con le motivazioni che andrò ad esporre il 17 gennaio a Milano. Rivendico la mia libertà di opinione e parola, rifiutando la definizione di “omofobo” che considero un insulto alla mia storia di persona di sinistra che si è sempre battuta contro ogni discriminazione, avendone subite e non poche. Questa mia rivendicazione personale è la rivendicazione di centinaia di migliaia, di milioni di persone. Se ne abbia rispetto, non si tenti la strada dell’intimidazione, perché le nostre ragioni sono forti quanto la debolezza dei soggetti di cui vogliamo difendere i diritti: i bambini. Perché non esiste il diritto degli adulti ad avere un figlio. Esiste invece il diritto del figlio ad avere una mamma e un papà”.
L’assessora lombarda Cappellini e Maroni, dal canto loro, rispondono agli attacchi tramite l’account Twitter ufficiale della Regione Lombardia. In un cinguettio, i due scrivono che “portare avanti valori in cui crediamo non è discriminare” con l’incontro del 17 gennaio prossimo.