Più italiani sostengono i diritti LGBT: secondo Amnesty per un intervistato su due le unioni civili sono state un passo di civiltà.
Il quadro resta sostanzialmente negativo, ma i numeri relativi al sostegno dei diritti per la comunità LGBT segnano un importante miglioramento. Questo è quanto emerge dall’indagine Doxa “Gli italiani e la discriminazione”, realizzata per Amnesty International sulle forme d’odio in Italia, pubblicata ieri sul sito della Ong.
Il rapporto, che dà il via alla campagna di raccolta fondi dell’organizzazione sostenuta tra gli altri da Chef Rubio, è stato realizzato su un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta (18-70 anni) e si concentra su tre focus: violenza di genere, bullismo e omofobia.
Come ricorda l’indagine, citando la relazione della Commissione Parlamentare Jo Cox sull’intolleranza, la xenofobia, il razzismo e i fenomeni di odio risalente allo scorso luglio, il 40,3% delle persone LGBT sostiene di essere stato discriminato nel corso della vita, di cui il 24% a scuola o in università e il 22% sul posto di lavoro.
Ciononostante, secondo l’indagine presentata da Amnesty soltanto 1 italiano su 5 ritiene che le coppie gay siano ancora vittime di omofobia. Un dato che ben racconta come casi di evidente discriminazione verso le persone LGBT non siano ancora oggi percepiti come tali nella società italiana.
Va meglio, fortunatamente, sul fronte del consenso sui diritti LGBT: se la metà degli intervistati considera la legge sulle unioni civili un segno di progresso, ben l’86% degli italiani pensa che le persone omosessuali debbano godere degli stessi diritti degli altri. Un dato in crescita di quattordici punti rispetto all’anno precedente.
I risultati dell’indagine sono stati commentati così da Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia: “Le discriminazioni, in ogni loro forma, sono ancora oggi all’ordine del giorno e sappiamo che c’è ancora tanto da fare – ha dichiarato Noury – La nostra organizzazione si impegna quotidianamente per contrastare questi fenomeni, sensibilizzando l’opinione pubblica e le istituzioni e creando progetti specifici. I risultati della nostre azioni iniziano a vedersi e questo viene confermato dall’indagine Doxa, in cui emerge una maggiore consapevolezza dei nostri connazionali che vedono un cambiamento o, quanto meno, si iniziano a rendere conto del problema”.
Qui tutti i dati dell’indagine di Doxa.
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