Per il 4° anno consecutivo l’Istanbul Pride è stato ufficialmente vietato dalle autorità.
Centinaia di poliziotti con idranti, cani e gas lacrimogeni hanno provato a frenare il migliaio di persone che hanno sfidato il divieto, venendo coraggiosamente allo scoperto per celebrare il Pride di Istanbul. Tra i tanti Yuri Guaiana, attivista LGBT lo scorso anno arrestato a Mosca mentre si stava recando alla procura generale per consegnare le firme raccolte dalla petizione contro il trattamento degli omosessuali in Cecenia.
“Il Pride di Istanbul è stato vietato dal 2015 senza alcuna giustificazione legale. Le autorità hanno tirato in ballo questioni di “sicurezza e ordine pubblico”, quando in realtà stanno solo cercando di conculcare la democrazia e i diritti umani fondamentali alla libertà di espressione e di manifestare pacificamente“, sottolinea Yuri, costretto alla fuga insieme agli altri partecipanti quando la polizia ha iniziato a sparare lacrimogeni e proiettili di gomma contro quegli attivisti che stavano lasciando la piazza dove gli organizzatori avevano appena letto un comunicato.
“Io ero proprio lì, con gli attivisti turchi. Fortunatamente, sono riuscito a mettermi in salvo, ma molti altri non sono stati altrettanto fortunati. Decine di attivisti sono stati picchiati, 11 arrestati e un attivista mi ha raccontato di essere stato aggresdito da ben 10 poliziotti con cani“, ha continuato Guaiana, che ha intervistato in diretta Facebook l’attivista Yasemin Öz, co-fondatrice di Kaos GL e un’attivista turca indpendente.
“Abbiamo lavorato con i nostri partner turchi per anni e oggi ho potuto constatare di prima mano la loro forza e audacia senza fine“, ha concluso Yuri Guaiana, senior campaigns manager di All Out. “Il Pride è davvero un privilegio che troppi di noi danno per scontato. Dopo di oggi non potrò più pensare al Pride nello stesso modo di prima“.
Credits Foto: © All Out.
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