Russia contro i gay, @franborgonovo: “Anche in Ucraina non è che ci sia tutta questa tolleranza”#Drittoerovescio pic.twitter.com/qWtamYj7bE
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Nell’ultima puntata di Dritto e Rovescio, andata in onda ieri sera su Rete4, si è affrontato anche la dichiarata omotransfobia russa, con il Patriarca Kirill, capo della Chiesa Ortodossa, che ha giustificato l’invasione Ucraina parlando di occidente schiavo dell’Orgoglio LGBTQ.
Ospite in studio il solito Francesco Borgonovo, vicedirettore de LaVerità che al cospetto di Monica Cirinnà ha precisato come “anche in Ucraina non è che ci sia tutta questa tolleranza“, per poi dare una lettura tutta sua sull’invasione russa del Paese: “Se Putin avesse voluto fare la guerra ai gay avrebbe invaso il Muccassassina e non l’Ucraina, e non mi risulta che l’abbia fatto“. Testuale. Come se la guerra putiniana alla comunità LGBT russa non sia da tempo e concretamente iniziata, con leggi omotransfobiche e repressive.
Pietro Senaldi, condirettore di Libero, ha incredibilmente rilanciato questa tesi: “Se Putin volesse fare una battaglia contro i gay invaderebbe la California, Milano, non certo Kiev”. “È tutta una cosa ideologica, noi abbiamo in testa solo i diritti dei gay. I diritti gay sono una parte dei diritti umani. La sopravvivenza del genere umano per me ha un valore più alto rispetto ai diritti gay“.
In studio anche Yuri Guaiana, senior campaigns manager di All Out che ha ricordato il suo arresto in Russia, nel 2017. 5 anni or sono Guaiana venne fermato a Mosca mentre consegnava firme per la liberazione degli omosessuali imprigionati in Cecenia.
“Nel 2017 sono stato arrestato perché volevo consegnare 2 milioni di firme per chiedere alle autorità russe di assicurare alla giustizia i responsabili di quanto stava avvenendo in Cecenia“, ha ricordato l’attivista. “Sono stato arrestato io e 5 altri attivisti russi. Camminavo con delle scatole di cartone con dentro dei fogli. Passaporto regolare. 4 camionette con 30 militari ci hanno preso, sono stato detenuto per svariate ore e successivamente espulso. Io non posso più tornare in Russia“.
“Io, gay, incarcerato da Putin in Russia”
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Monica Cirinnà, da tempo assente dal piccolo schermo, ha invece parlato di una guerra che a suo dire la Russia perderà. “Gli ucraini stanno difendendo i valori dell’Occidente, che non è soltanto un luogo geografico. È uno stato di diritto, uguaglianza, libertà. Il luogo in cui i diritti umani, civili e sociali sono uniti e rispettati nello stesso modo. La dignità della persona presente nella nostra Costituzione, che anche gli ucraini stanno difendendo. Perché dove c’è lo stato di diritto c’è la possibilità di pretendere il rispetto per la propria dignità. Per tutte le dignità, anche per chi crede nella famiglia tradizionale, che io rispetto. Ma chiedo rispetto e dignità anche per le altre famiglie, che grazie a Dio da quando c’è la mia legge esistono“.
“La sopravvivenza del genere umano per me ha un valore più alto rispetto ai diritti gay”
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“Rispetto la famiglia tradizionale e chiedo rispetto e dignità per le altre famiglie”
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