Donne, fortissimamente donne. Torna al cuore del suo cinema più fiammeggiante e passionale Pedro Almodóvar con Julieta, melò ad alto tasso sentimentale che uscirà in Spagna l’8 aprile e sarà probabilmente in concorso al prossimo Festival di Cannes (11-22 maggio).
Un incontro fortuito risveglierà trent’anni di vita, dal 1985 al 2015, di una donna torturata, la Julieta del titolo (la rivelazione Adriana Ugarte), alle prese con una dolorosa separazione, una figlia contesa e un misterioso e tenebroso amante.
Il titolo del film doveva essere Silencio ma poi è stato cambiato in Julieta perché era identico a quello del nuovo Scorsese sulla cristianizzazione in Giappone.
Julieta è il ventesimo film di Almodóvar e segue la dimenticabile commedia Gli amanti passeggeri, tentativo non molto riuscito di riportare in auge lo spirito dissacrante dei suoi primi lavori, seppur un buon successo al botteghino, soprattutto in patria.
Le atmosfere di Julieta fanno ricordare i grandi melodrammi popolati di donne, tanto amati da Pedro, da Tutto su mia madre fino a Volver: “Per un caso l’epoca più felice per Julieta saranno gli anni ’80 – spiega il regista – mentre il presente sembra una catastrofe senza alcuna speranza di risoluzione. Solo un miracolo potrebbe salvarla. Ma a volte i miracoli avvengono…”.
In un cast quasi interamente femminile ritroviamo l’adorata Rossy De Palma nel ruolo di anziana dai capelli bigi, Emma Suarez vista nel dramma gay Sobreviviré e Michelle Jenner della serie tv Isabel.
Qui trovate una scena del film in cui Julieta va a trovare la madre insieme alla figlioletta:
L’unico ruolo maschile di spicco è appannaggio di Dario Grandinetti visto in Parla con Lei che fruttò ad Almodóvar il secondo Oscar nel 2003, per la sceneggiatura originale (il primo arrivò nel 2000 con Tutto su mia madre come miglior film straniero). Le musiche di Julieta sono firmate da Alberto Iglesias che collabora per la decima volta col maestro spagnolo. Produce come sempre la casa El Deseo fondata dal regista insieme al fratello Agustin.