Quando si pensa al Wrestling, quasi automaticamente la mente va alle chiassose e montatissime esibizioni statunitensi, dove energumeni alla Hulk Hogan urlano come ossessi verso le telecamere mentre tre o quattro tipi lo trattengono a stento. In verità il Wrestling, nell’interezza del termine, altro non sarebbe che la vecchia, buona lotta libera di olimpionica memoria. La lotta libera è uno sport che raramente – specie da noi – raggiunge gli onori delle cronache, tranne quando qualche valente azzurro si fa valere sul tappeto di lotta.
Ma indagando un pò scopriamo che c’è una foltissima schiera di persone che la lotta libera la amano, la studiano, la praticano e la insegnano: sono i wrestlers gay.
Navigando sulla rete infatti è molto facile imbattersi in siti dichiaratamente gay che promuovono la lotta libera, non solo quali "spettatori" ma anche e soprattutto come praticanti ed istruttori. C’è il Harbour City Wrestling Club australiano (sempre per gay), il
Wrestling for Gay Guys, e via dicendo.
Alcune di queste strutture sono in Germania, altre in California, ma forse quelle organizzate meglio sono quelle australiane, come la Harbour City Wrestling Club. Questa associazione sportiva difatti, nonostante sia apertamente gay, è stata inclusa nei "club sportivi riconosciuti" dalla New South Wales Wrestling Association inc.
Va detto che non è la prima volta che gli australiani si distinguono per la loro apertura mentale, ma in un campo come quello sportivo – quindi considerato didattico per i più giovani – è davvero insolito questo tipo di riconoscimenti. Certo i bravi sportivi dell’Harbour City Wrestling Club non stanno con le mani in mano, e nel marzo 2001 hanno vinto una medaglia d’argento al Wrestling Australian Tournament tenutosi a Canberra.
Ben lontani dunque dagli stereotipi del gay effemminato e indifeso, i gagliardi sportivi del HCWC hanno sponsorizzato tra l’altro diverse attività, come il Sydney Gay & Lesbian Mardi Gras sport festival, e attualmente è in prima fila nella concretizzazione del 4°Gay Games, una vera e propria olimpiade gay che quest’anno si terrà a Sydney, nel novembre del 2002 (sito ufficiale: https://sydney2002.org.au).
Quando in questo o in altri siti si illustrano i motivi che hanno portato giovani ragazzi gay ad amare questo sport si spiega con molta attenzione che c’è sì una componente erotica molto forte (anzi, qualcuno la definisce una maniera sana di sfogare una certa "aggressività" sessuale)…
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Quando in questo o in altri siti si illustrano i motivi che hanno portato giovani ragazzi gay ad amare questo sport si spiega con molta attenzione che c’è sì una componente erotica molto forte (anzi, qualcuno la definisce una maniera sana di sfogare una certa "aggressività" sessuale), ma alla base ci deve essere comunque un grande amore per la lotta libera quale sport, perchè altrimenti non si otterranno dei buoni risultati.
Inoltre, come spiega bene un sito tedesco, bisognerà fare attenzione se ci si iscrive a un club etero di lotta libera, potrebbe non essere il posto giusto per trovare nuovi amici.
Anche per evitare questo tipo di incomprensioni, e per – cito testualmente – "dare l’opportunità a ragazzi gay di stabilire rapporti fraterni e sviluppare un corpo forte e sano in un ambiente spensierato e non aspramente competitivo", molti hanno creato questi club gay per gli amanti della lotta libera. Certo non sono club per chi non ha voglia di lavorare: i programmi prevedono sessioni di riscaldamento, tono muscolare, potenziamento, pesi, fitness, e naturalmente scontri non esattamente rilassanti. C’è da dire però che non solo alla fine si avrà un corpo sicuramente tonico e salubre, ma non mancheranno di sicuro momenti di sano divertimento.
Le iscrizioni a questi club sono aperte a tutti (purché maggiorenni); purtroppo in Italia non sembra ci sia qualcosa di organizzato a questi livelli (o perlomeno non ne abbiamo notizia), peccato però, sarebbe davvero bello poter avere anche qui un club di lotta libera Rainbow: e chissà che poi un italiano non vincesse una medaglia alle su citate olimpiadi gay di Sydney. Peccato che difficilmente le trasmetteranno via satellite!
Nel frattempo Garrie Gibson, uno degli organizzatori delle Olimpiadi Gay del 2002, ha detto che sono circa mille gli atleti gay già presenti attualmente nella capitale australiana. "In questo momento tengono nascosta la verità sulla loro condizione, perchè temono commenti maligni e la perdita di contratti pubblicitari", ha commentato amareggiato Gibson. Poco male, comunque, dato che fino a qualche anno fa solo l’idea di Olimpiadi Gay avrebbe costituito uno scandalo mondiale. Invece nessuno sembra più preoccupato di tanto, oggi, e a novembre saranno più di 30 le specialità sportive rappresentate. Tornano in mente le parole di Mitchell, un Wrestler gay che afferma: "Certamente la lotta libera non è uno sport gay, e non è ne più ne meno gay di altri sport.
Non è differente dal calcio, dal basket o dal rugby, e nella lotta libera c’è lo stesso numero di gay che in qualsiasi altro sport: almeno il 10 per cento". Una presenza forte nello sport dunque, che con manifestazioni come quella di Sydney dovrebbero riuscire nell’intento di rendere sempre meno "ghettizzata" ed invisibile la comunità gay internazionale.
di Lily Ayo
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