Vade retro compilation…. come tollerarne ancora? Sembra che certi musicisti non siano più capaci di fare un disco tutto intero…
Ma visto che la giaculatoria del Buddha Bar (la compilation più riuscita e più celebre, una specie di Mulino Bianco della new age) è partita proprio qui, dalle pagine di Gay.It (clicca qui), parliamone ancora.
Le compilation sono ormai come il profumo: per le victims che vogliono confermare l’aura del proprio capo firmato, e per chi l’abito firmato non può permetterselo, va la compilation sponsorizzata -altro che NO LOGO!- che t’inebria dell’atmosfera di un certo locale o di una certa marca. Senza misura (e spesso senza vergogna) ne sono uscite per negozi d’arredamento parigini mete di pellegrinaggio internazionale, inesorabili boutique torinesi e tempi delle mercanzie sofisticate milanesi, ne arriverà tra poco una per il mobiliere di grandi pretese (di tutte queste avventure, la pretesa mi sembra davvero l’elemento fondativo). Avremo, chissà, anche la musica ambient giusta per tagliare lo zampone…
Ma siccome ogni tanto qualcosa di bello ci dev’essere nella vita, ecco farsi strada il nuovo disco cult ‘original Buddha Bar’, non sponsorizzato se non da se stesso, e composto (oplà!) da un unico musicista, l’ispirato Joseph Baldassare, un nativo americano che da 10 anni vive in Grecia. Produce artisti che cantano nelle diverse lingue del Mediterraneo e oltre (arriviamo in Cina!). Un inno all’amore e alla comprensione.
La raccolta (perché se ha un autore compilation non è) si chiama "Living Theater. Modern music for mediterranean and beyond", e ha in copertina una panoramica di sdraio tristi che guardano vuote il mare per l’inesorabile approssimarsi dell’autunno.
E’ piena di canzoni-chicca inesorabili e insinuanti, melanconiche e struggenti: apre "Solo por tu amor" di Manuel Franjo, c’è "It’s a Lovely Day" di Erica Jennings o il toccante e riuscito remake di un classico come "My Funny Valentine" oltre all’opera che fa capolino con un "Dove vai" di tale Medea. E una canzone che potrebbe diventare un inno per molte di voi… "Innocence is not a crime", l’innocenza non è un crimine.
E’ la compilation più avanti di tutti, la principessina dell’understatement, quella che serve a fare bella figura quando vuoi sì arrivare a letto con qualcuno ma prima vuoi sembrare romantico oppure devi fare la giusta atmosfera su gli amici più favolosi… Bisogna sbrigarsi, però, perché tra qualche giorno ne parleranno tutti.
"Living Theater". Come dice l’interno della copertina CD, se il mondo è un palcoscenico noi siamo tutti teatro vivente. E dopo esserci messi in bella posa, faremo l’amore.
di Paolo Rumi
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