Condividiamo con i nostri lettori la traduzione del toccante ricordo di Franca Sozzani, pubblicato ieri da Anna Wintour, direttrice di Vogue America.
Franca ed io abbiamo iniziato le nostre carriere da direttrici più o meno nello stesso periodo, ma questo non ci ha automaticamente reso parte di un qualche club esclusivo nel quale i direttori di Vogue sono tutti migliori amici; difatti, penso che durante i primi anni ci siamo solo girate attorno, in modo tranquillo.
Lentamente, ad ogni modo, sfilata dopo sfilata e stagione dopo stagione, Franca ed io abbiamo stretto un’amicizia che, sono così felice e onorata di poterlo dire, è andata avanti 30 anni. Questa è una delle cose che Franca mi ha insegnato sull’amicizia: a volte, te la devi proprio guadagnare.
In privato Franca era affettuosa, intelligente, divertente ed era una che non aveva niente da invidiare alla Sfinge quando c’era da mantenere un segreto. Era anche la più grande lavoratrice che io abbia mai conosciuto, e con un’invidiabile inclinazione per il multitasking. Faceva sembrare che le cose su cui lavorava non richiedessero alcuno sforzo, indipendentemente dal fatto che si trattasse di un evento per centinaia di persone, un viaggio lampo in Africa per sostenere i designer emergenti di quel continente, o la creazione dell’ennesimo dirompente, provocatorio e assolutamente affascinante numero di Vogue Italia.
Poco tempo fa Franca è stata il soggetto di un documentario girato da suo figlio, Francesco Carrozzini: Franca: Chaos and Creation. Essere la star del film fatto da tuo figlio non dev’essere stato agevole o facile. Durante le riprese, mi fu detto che c’erano dei forti disaccordi sulla direzione che il film aveva preso. Eppure il risultato è incantevole e profondo. E come avrebbe potuto essere altrimenti, dato che Francesco è in tutto e per tutto figlio di sua madre: due personaggi intelligenti, colti, affascinanti e liberi che hanno messo molto di se stessi in questo film. Francesco ha catturato perfettamente il suo piglio e la determinazione, la sua assenza di paura, la sua bellezza, la sua immaginazione senza limiti e il suo modo originalissimo di toccare temi sociali attraverso la moda. Lui si è sempre reso conto di non avere una madre ordinaria. Ma Franca non era neppure un’amica ordinaria.
Dopo che si è ammalata, io ho iniziato ad andarla a trovare nella sua casa a Milano. La sua mente e il suo spirito erano sempre gli stessi quando parlavamo delle cose che succedevano, dalla caduta di Matteo Renzi al suo straordinario lavoro con le donne in Ghana, fino alla miracolosa storia d’amore tra i nostri figli… Siamo andate insieme a Londra, dove Franca ha ricevuto un premio ai Fashion Awards. Lei era sotto ossigeno ma era determinata ad essere lì di persona, sul palco, dove ha fatto un discorso umile e bellissimo, ringraziando gli inglesi per aver aperto la porta del suo spirito creativo quando viveva lì da ragazza. Personalmente, penso che quella porta sia in realtà sempre stata aperta.
Il giorno dopo siamo andate a Parigi in Eurostar per vedere il magico Chanel Métiers d’Art show di Karl Lagerfeld al Ritz. “Voglio essere lì per supportare Karl”, disse semplicemente. Sì, supportava e adorava Karl, ma nel corso degli anni sono tantissimi gli artisti, gli attori, gli scrittori e i fotografi – alcuni famosi, altri no – che lei ha sostenuto, così come tante sono le cause e i temi sociali di cui si è occupata, in modo assai appassionato. Il suo sostegno orgoglioso e incessante non sarà mai dimenticato.
La volta successiva che ho visto Franca è stato in un weekend nebbioso a Milano. Era sdraiata in un letto d’ospedale, fragile come una piuma, che ripensava al grande amore tra i suoi genitori, di come suo padre tornasse sempre immancabilmente a casa per pranzo ogni giorno e di come sua padre si svegliasse all’alba a leggere tutti i giornali, segnando in rosso gli articoli che le sembrano particolarmente interessanti, prima di metterglieli di fianco al suo posto a tavola prima della colazione. Indossavo un piccolo orologio che Franca mi aveva regalato e ho promesso di cederlo, per celebrare la nostra amicizia, il giorno in cui Francesco dovesse avere una bambina. Quanto sarà fortunata quella piccolina nel vedere il film pieno d’amore di suo padre su questa nonna così eccezionale.
(Traduzione di Jonathan Bazzi)
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