ROMA. Cresce la voglia di essere en-femme anche a Roma, che lentamente tenta di cominciare ad allinearsi alle altre capitali europee, dove per le trav ormai c’è tutto: locali, negozi, istituti di bellezza, truccatrici, fotografi etc etc.
A Roma il luogo cult è ormai il Gender, creato tre anni fa da Klaus, aperto dal martedì al giovedì in via Faleria, 9, duecento metri da piazza Re di Roma. Il venerdì e sabato si va invece in via Ignazio Danti, al Degrado, sulla Casilina. Dopo il Muccassassina che ha aperto la strada, il Gender è un club dove andare anche durante la settimana, non è un granchè come posto, ma è pur sempre il solo e i gestori sono gentili, le ragazze trans anche, specie quella al bar, non mancano però ragazzini e gente assatanata di sesso.
Ma è il resto che a Roma va nascendo: il Side in via Labicana è un posto dove potere andare a mangiare un panino da trav, così come al Number 1+1 in piazza Euclide, manca invece un vero ristorante che si dichiari amico delle trav e organizzi semmai qualche serata, a differenza di ciò che avviene a Parigi, dove le comunità en-travesti hanno ormai appuntamenti fissi, fra cene sociali, luoghi di incontro, party. Per il resto la strada più trav è via Principe Amedeo, a due passi da Termini: l’hotel Milo, al numero 70, è sicuramente il posto giusto per trascorrere qualche giorno en-femme e sotto l’albergo ci sono tre negozietti che vendono di tutto: vestiti, calze, parrucche, ciglie finte, trucchi, seni al silicone.
Per trans e trav romane è davvero l’inizio di una nuova era, senza doversi recare in negozi normali dove comprare un rossetto diventa una scena di cabaret: «Devo regalarlo, mi fa il pacchetto…» e baggianate di questo tipo. Lì invece potete provare i vestiti, farvi consigliare il trucco e in vetrina uno dei tre negozi ha finanche esposto un vademecum per un make-up a prova di barba. Infine le scarpe: in via Giolitti, Renato ce l’ha fino al numero 45, ma solo stivaloni con tacchi altissimi, mentre il Califfo in via Merulana ha qualcosa di più normale, ma di solito arriva al 44. Poco? Già qualcosa per le trav, che rispetto alla comunità gay è stata finora la più ghettizzata, ma ora anche Roma sembra svegliarsi. Era ora.
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