Ci sono diagnosi che oggi creano ancora angoscia forse anche più che in passato: quella di “cancro”, come è generalmente espressa ogni forma di tumore maligno che può invadere, devastandolo, e spesso portandolo a morte, l’organismo umano e quella di “AIDS”, la sindrome da immunodeficienza acquisita.
Che questa angoscia sia comprensibile, si evince dall’osservazione che circa il 40% della popolazione mondiale è affetto da queste patologie, nelle varie forme, sempre ingravescenti e creanti una atmosfera di paura e di smarrimento che non facilita né il decorso né la psicologia dell’infermo e dei suoi familiari.
Oggi circa il 30% delle malattie tumorali si riesce a guarire o a fermare con la chirurgia e con le terapie farmacologiche, ed è possibile evitare che l’AIDS si sviluppi nell’organismo, almeno entro certi limiti: questo per quanto riguarda la medicina ufficiale.
Spesso le cure farmacologiche collegate a questo tipo di patologie sono molto debilitanti, e producono effetti collaterali spiacevoli. Ecco che in questi casi l’assunzione di un immunomodulatore può portare ad una sinergia per migliorare la situazione clinica soggettiva ed obiettiva.
Nel 1998 un’azienda italiana del Veneto realizzò un "decotto" (migliorando e completando una tisana degli Indiani del Nord America che portava all’organismo principi attivi in sinergia), derivato da sette erbe e quindi interamente vegetale. L’origine naturale del rimedio garantisce la sua assoluta atossicità, e le caratteristiche peculiari delle sette erbe utilizzate, ne dimostra la capacità di stimolatore del sistema immunitario. Vediamole in dettaglio:
-Rumex acetosella che è depurativa delle cellule cui porta ossigeno migliorando i globuli rossi: contiene vitamine e sali di calcio che aiutano la immunomodulazione e attaccano i radicali liberi;
-Arctium lappa che purifica il sangue, neutralizza le tossine, ha una attività antitumorale e anti HIV (per la presenza di inulina che è un immunomodulante);
-Rheum palmatum che oltre alle proprietà digestive contiene l’acido crisofanigo che permette il passaggio dei principi attivi dell’erba entro le cellule ammalate;
-Ulmus rubra che è un antinfiammatorio e contiene inulina (anti HIV);
-Plantago major neutralizzatore di tossine e regolarizza l’equilibrio calcio-potassio;
-Trifolium pratensis, erba depurativa che contiene “genisteina” (che impedisce la crescita delle cellule tumorali);
-Xantallium fraxiensu che è un depurativo del sangue molto usati da cinesi e indiani.
Mariano Rao, presidente della Sezione Italiana della Società Europea per gli Studi sulla Nutrizione, che ha compiuto studi specifici su questo composto, è ottimista: «Con le nostre informazioni ci proponiamo di far conoscere meglio la materia portando a conoscenza la nostra teoria e i risultati ottenuti con terapie naturali usate sempre nei casi in cui la terapia classica è stata per vari motivi inefficace, o in concomitanza con essa – spiega – Possiamo comunque dire di aver riscontrato una attenuazione degli effetti collaterali di alcune terapie classiche». Rao è un medico che ha praticato la medicina classica per oltre trenta anni per poi votarsi alla medicina naturale, con rimedi erboristici di cui è esperto e anche formulatore.
Mariano Rao mette anche sull’avviso: «Tenendo presente che in queste malattie c’è sempre una azione deleteria di tossine di vario tipo, sia da apporto interno (cellule degenerate, etc.), sia da apporto esterno (droghe, alcool), riteniamo che vada sempre associata una terapia epatoprotettiva».
Nel suo libro BIOS = VITA, Rao illustra la sua teoria e i risultati ottenuti con terapie conseguenti, terapie del tutto naturali.
Per informazioni: alirao@tiscalinet.it
Per saperne di più: https://www.balestramech.com/italiano/index_it.html