Dopo oltre un anno di attesa, Mikhail – rifugiato LGBTQIA+ dalla Russia – aveva perso le speranze. Si è tolto la vita in un campo rifugiati poco fuori dal territorio olandese, dove aveva inviato la propria domanda d’asilo circa 14 mesi prima.
È il terzo caso simile quest’anno. LGBT World Beside, organizzazione europea che si occupa di richiedenti asilo LGBTQIA+, lancia un appello:
“Con grande tristezza, dobbiamo comunicare la scomparsa di un altro membro della nostra comunità: Mikhail, un richiedente asilo originario della Russia. Questo evento segna la terza perdita tragica nel corso dell’anno. Esprimiamo le nostre più sentite condoglianze alla famiglia e agli amici di Mikhail.
La frequenza con cui si verificano decessi nei campi per rifugiati, specialmente all’interno della comunità LGBTQIA+, è diventata motivo di crescente allarme. Questi eventi non possono più essere considerati mere coincidenze, ma rappresentano un disperato segnale di allarme.
È urgente che il governo e la COA [Agenzia centrale per l’accoglienza dei richiedenti asilo] rivisitino le loro politiche di alloggiamento, soprattutto per i rifugiati appartenenti a gruppi vulnerabili”.
Secondo LGBT World Beside, Mikhail aveva avviato immediatamente le pratiche di regolarizzazione della sua situazione al suo arrivo in Olanda. Da lì, il trasferimento in un centro rifugiati a Echt, territorio di confine, e la lunghissima attesa. Che Mikhail, evidentemente, non poteva più sopportare.
Solo sei mesi fa, un altro suicidio di una rifugiata LGBTQIA+ russa, Hina Zakharova. Un sintomo devastante di una situazione disperata. Dal 2022, i rifugiati LGBTQIA+ russi arrivati in territorio olandese sono stati 500.
Qui i tempi per processare le domande d’asilo sono infiniti. Se alcuni riescono ad ottenere un appuntamento allo scadere dei primi dodici mesi, per altri i tempi d’attesa possono superare i 15 mesi.
Un terreno fertile per disagio sociale e individuale, problema che LGBT World Beside tenta di arginare con incontri di gruppo e sostegno. Per una valutazione psicologica individuale, qui si aspettano infatti anche tre mesi.
“Se i periodi di attesa per i colloqui si stanno allungando, diventa fondamentale rivedere il sistema di supporto nei campi di accoglienza per rifugiati. Dobbiamo ricordare che questi campi sono pensati come soluzioni temporanee, non permanenti.
È essenziale considerare l’impatto emotivo e psicologico che un’attesa prolungata, come quella di 15 mesi per un colloquio, può avere su una persona che vive nell’incertezza del proprio futuro”.
Dopo il ban ai movimenti LGBTQIA+ in Russia, LGBT World Beside prevede nuove ondate di rifugiat* nei prossimi mesi, ma anche procedure burocratiche sempre più complesse per chi tenta di fuggire dal paese.
“Stiamo intensificando i nostri sforzi per fornire aiuto direttamente sul campo. Ogni giorno che passa, attraversare i confini diventa più complicato. Uscire dalla Russia sta diventando un’impresa, allo stesso tempo, l’ottenimento dei visti si sta rivelando un processo sempre più difficile”.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.