Per la Russia di Putin il movimento LGBT è classificabile come estremista. Lo ha dichiarato la Corte Suprema della Federazione Russa in una decisione resa pubblica al termine di un’udienza a porte chiuse, durata quattro ore, a cui erano ammessi solo i rappresentanti del ministero della Giustizia, che avevano annunciato il provvedimento già lo scorso 17 Novembre, quando Gay.it aveva dato notizia di una nuova ondata repressiva messa in atto da Putin.
Si tratta di un annuncio generico, che fa riferimento a un non meglio precisato “movimento sociale internazionale Lgbt” che viene dunque definito estremista e quindi considerato pericoloso per la stabilità del paese. Le persone queer russe sono considerate eversive da Putin per ciò che sono, e non perché aderiscano a una particolare associazione o organizzazione o movimento.
Un divieto generico che ha ricevuto le critiche dell’ONU e ha suscitato preoccupazioni tra attivisti e difensori dei diritti umani. Questo perché, data la genericità dell’annuncio, questa notizia potrebbe precedere l’inizio di un’escalation persecutoria verso persone con “orientamenti affettivi non tradizionali”.
Un provvedimento che giunge dopo una lunga sequela di azioni repressive contro la comunità LGBTQIA+ russa.
- Lo scorso luglio 2023 in Russia la transizione di genere è stata vietata per legge. Appena un mese prima, Giugno 2023, Putin formalizzò il principio secondo cui l’omosessualità è un disturbo mentale. Due youtuber lo scorso aprile erano stati arrestati perché accusati di fare propaganda gay.
- Nel dicembre 2022 tutti i siti con contenuti LGBTQI+ visibili in Russia sono stati ufficialmente censurati (da allora le persone LGBTQIA+ russe devono usare mezzi informatici per bypassare i firewall della censura di stato).
- Nel 2013, il Parlamento russo aveva vietato la discussione di questi temi in presenza di minori
- Nel 2022 aveva esteso il divieto a tutte le forme di comunicazione pubblica, compresi i media e il cinema, indipendentemente dall’età del pubblico.
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La decisione della Corte Suprema di oggi stabilisce un pericoloso precedente, perché introduce un divieto per un gruppo di persone non in base all’adesione a un’entità politica, ma sulla base di caratteristiche personali.
L’associazione LGBTQIA+ russa OI (Ovd Info qui il canale IG) ha appena scritto sul proprio canale Instagram:
Oggi, la Corte Suprema della Russia ha riconosciuto il “movimento pubblico internazionale LGBT” come “organizzazione estremista”. Finora, l’ordinanza del tribunale non è entrata in vigore, ma fino a questo momento, il conto alla rovescia è letteralmente iniziato. Ora puoi sostenere i nostri attivisti LGBTQ+ svantaggiati e aiutarli a pagare i loro avvocati finché è ancora sicuro.
Una di loro è Sasha Belik. Gestisce il Movimento Negazionisti Consapevoli, che unisce i pacifisti e li aiuta a evitare la coscrizione. Fa anche sostegno alla Fondazione Sphere, che aiuta le persone LGBTQ+. Sasha è stata riconosciuta come agente straniero per le attività dei diritti umani. Ha intenzione di fare ricorso in tribunale e incassa per pagare il lavoro del suo avvocato.
Un altro dei nostri difensori è Mikhail Suetin. È musicista, insegnante e autore di un podcast sulle persone LGBTQ+. Questo podcast è stato bandito da Roskomnadzor. Il primo giorno di mobilitazione, Mikhail si è recato alla protesta, dove è stato trattenuto. Al Ministero degli Interni, oltre al protocollo, hanno cercato di convocarlo in commissione militare e lo hanno minacciato di 15 anni di carcere. Michael è stato multato per aver partecipato all’azione, ora vuole fare ricorso e incassa soldi per pagare un avvocato.
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In un post di poche ore fa, appena dopo l’annuncio della decisione della Corte Suprema, Ovd Info aveva scritto:
È difficile dire come sarà il futuro delle persone LGBTQ+ in Russia. Se la causa verrà accettata, le organizzazioni che ci finanziano saranno costrette ad andare nell’ombra, e aumenteranno la discriminazione e la violenza. Le persone transgender si troveranno probabilmente nella situazione più difficile: molt* di loro vivono già senza cure mediche adeguate e in isolamento sociale.
“I pregiudizi omofobi e i valori tradizionali vengono usati oggi in Russia per formare un’ideologia che giustifica la guerra”, afferma Igor Kochetkov, uno dei fondatori della rete LGBT russa. Ma allo stesso tempo promuovendo un’agenda anti-occidentale e conservatrice, i funzionari sostengono che i diritti dei cittadini LGBT in Russia sono presumibilmente protetti.
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