In Russia prosegue l’accerchiamento nei confronti della comunità LGBTQIA+ da parte di Vladimir Putin, dopo la sentenza della Corte Suprema che ha definito “estremista il movimento LGBTQIA+” e l’ampliamento ulteriore della cosiddetta legge contro la propaganda LGBTQIA+. Se a inizio mese una donna è stata incriminata per aver indossato degli orecchini arcobaleno, a finire sotto la lente della censura russa è ora Duolingo, app utile all’apprendimento delle lingue straniere.
Roskomnadzor, ovvero il Servizio federale per la supervisione delle comunicazioni, della tecnologia dell’informazione e dei mass media russi, ha confermato all’agenzia di stampa statale TASS che ha messo sotto controllo Duolingo, accusata di diffondere “informazioni che promuovono le persone LGBT”.
L’indagine è stata avviata a seguito di una denuncia presentata al gruppo per i diritti umani Radetel da parte di “genitori preoccupati“. Secondo costoro, Duolingo utilizzerebbe “una palese propaganda LGBT nel processo di insegnamento delle lingue straniere ai bambini”. I genitori, si legge nella denuncia, non saprebbero “come spiegare il dialogo proposto agli studenti delle scuole elementari senza danneggiare la loro psiche”. Il dialogo in questione si riferisce a frasi inglesi in cui si può leggere “Ben e Peter si amano. Sono gay” e “Clare ha incontrato sua moglie Maria in un bar lesbico“.
Insegnando oltre 40 lingue a più di 60 milioni di utenti in tutto il mondo, l’app presenta regolarmente trame queer e ha “tre personaggi queer dichiarati” in Lin, Bea e Oscar, introdotti nel 2021. Sul suo sito ufficiale si legge: “Duolingo crede profondamente nella diversità e nella rappresentazione. Ciò ha reso un gioco da ragazzi includere tutti i tipi di personaggi per età, origini etniche e orientamenti sessuali diversi“. In Russia tutto questo viene considerato illegale. Duolingo, che non ha ancora commentato l’indagine russa, rischia ora una salata multa e/o il bando totale dal Paese.
A inizio febbraio cinque persone sono state arrestate in Russia con l’accusa di aver “propagandato a favore delle persone LGBTQIA+” . Una di queste solo e soltanto per aver esposto la bandiera del Pride sulla propria pagina Instagram. A fine dicembre ci sono stati arresti in alcuni bar e club LGBT di Mosca, mentre Putin, presto ricandidato alle elezioni, ha vietato ai minori i Mini Pony, perché a suo dire LGBTQIA+. Nel frattempo è stato emesso un mandato d’arresto per lə giornalista trans no-binary Masha Gessen, con un insegnante che si è vestito da Biancaneve ed è stato accusato di propaganda LGBTQIA+. La scorsa estate è invece diventato realtà l’atroce divieto alla transizione di genere, con Putin che ha ordinato una legge che considerasse “malate” le persone LGBTQIA+.
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