«Il Partito Democratico non crede fino in fondo alle battaglie per i diritti di gay, lesbiche e transessuali». A dirlo è la deputata del Pd Anna Paola Concia in una intervista pubblicata sul nuovo numero in edicola del gay magazine italiano Babilonia. La parlamentare lesbica ripercorre le ore che portarono all’affossamento della legge contro l’omofobia alla Camera dei Deputati e punta il dito contro i colleghi del "suo" Pd, che, secondo la Concia, non andrebbe «mai fino in fondo». Se «per la libera informazione» il partito si è mosso «scendendo in piazza e mobilitando la gente», «a noi non ci si fila nessuno. Mi hanno lasciata letteralmente sola a gestire questa battaglia, per poi accoltellarmi in aula», lamenta la deputata omosessuale, che poi avverte: «Il Pd sui diritti gay deve cambiare altrimenti non è più credibile».
Ma Anna Paola Concia, nella sua intervista con Babilonia, non critica soltanto il suo partito. Spende parole dure anche nei confronti del movimento glbt (gay, lesbico, bisessuale e transessuale): «I capi dei movimenti sono stati molto rigidi nei confronti di questa mia legge, per poi – e questo non me lo spiego se non come atteggiamento della politica – gridare allo scandalo perché questa legge non era stata approvata. Me se poi erano loro stessi che non volevano quella legge! Parlo dei dirigenti, di quelli che son stati in Parlamento, di coloro che mal sopportano l’idea che io lavori per gli omosessuali e le transessuali. Gente che sta dentro e fuori i movimenti».
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