Anna Paola Concia, un tempo esponente di primo piano del movimento LGBTQI+, coordinerà il piano “Educare alle relazioni” con il quale il Governo Meloni interviene in tema di educazione nelle scuole per combattere la violenza di genere. Un progetto in capo al ministero dell’istruzione e del merito guidato da Giuseppe Valditara, che ha tenuto a precisare:
“Il progetto ‘Educazione alle relazioni’ non consiste in corsi di educazione sessuale, non consiste nella educazione di genere, ma nell’educazione a comportamenti rispettosi verso la donna“
Insieme a Paola Concia, il piano sarà coordinato anche da suor Anna Monia Alfieri, esponente della lobby che vorrebbe privatizzare almeno metà dell’istruzione italiana (fonte: IlSole24Ore), e Paola Zerman, avvocata, già presidente della Commissione Antidroga, consulente per il Governo Meloni delle questione relative alle persone che vivono con disabilità, e da febbraio scorso anch’ella coinvolta nel gruppo di lavoro che, presso il ministero dell’istruzione, sta lavorando per trasformare l’istruzione italiana, da pubblica a gestione mista pubblico/paritario (fonte: IlFattoQuotidiano).
“Ho deciso di scegliere tre donne di provenienza culturale molto diversa come garanti del progetto” ha spiegato Valditara “il progetto prevede la costituzione di gruppi di discussione tra studenti moderati da docenti delle stesse classi, formati dall’Ordine degli psicologi, che avranno esclusivamente ad oggetto la lotta alla discriminazione e alla violenza verso le donne“.
Il coinvolgimento di Anna Paola Concia è stato definito sorprendente dalla propaganda di destra, che ha tenuto a sottolineare il valore positivo di una collaborazione trasversale tra destra e sinistra.
Anna Paola Concia, ex deputata del PD nella XVI legislatura, è nata il 10 marzo 1963 ad Avezzano (AQ). È stata una delle prime donne apertamente lesbiche ad essere elette nel Parlamento, è considerata attivista LGBTIQ+, femminista, e si è guadagnata le credenziali per guidare il progetto che il Governo Meloni finanzierà con 15 milioni di euro. Concia negli ultimi sette anni si è occupata della localizzazione italiana di Didacta, importante fiera attinente alla scuola del futuro. L’evento originale si tiene in Germania, paese nel quale Concia nel 2011 sposò la psicologa e criminologa Ricarda Trautmann.
Sulla spinta dell’onda emotiva conseguente al femminicidio di Giulia Cecchettin, compiuto dall’ex fidanzato Filippo Turetta, il ministro dell’istruzione Valditara concerta così una trasversalità destra sinistra che ha buona eco sulla stampa politica. Grazie all’adesione di Anna Paola Concia, personalità percepita come appartenente a quella sinistra da sempre impegnata su posizioni femministe di lotta al patriarcato, il Governo Meloni incassa un successo di comunicazione. Secondo alcuni, l’adesione di Concia funge da paravento e – in cambio di un posto al tavolo del potere – offre una sponda al Governo Meloni.
Di contro c’è chi pensa che il tema della lotta alla violenza di genere può essere affrontato con coraggio e apertura alle differenze di vedute, e che in questo modo si giungerà più facilmente a fare passi in avanti concreti. Tuttavia la presenza di una suora nel team di coordinamento di “Educare alle relazioni” , in combinazione con quanto fatto e non fatto dal Governo Meloni in tema di equiparazione di diritti e lotta al patriarcato, mette Concia in una posizione scomoda.
Sull’eventualità che un governo di estrema destra in tema di parità di genere possa essere credibile, Concia si trova infatti a rispondere alle critiche attraverso un’intervista rilasciata ad Alfonso Raimo dell’Huffington Post: “Il professore è una persona molto rigorosa – spiega Concia a proposito del ministro Valtidatara – Ma anche coraggiosa. Ci ha dato carta bianca“. Nell’intervista Concia tergiversa davanti alle domande più critiche.
Huff.Post: Ma come farà a conciliare le sue idee con quella della destra? Prendiamo l’omicidio di Giulia Cecchettin: per la destra non è colpa del patriarcato. Anzi, per loro è colpa della crisi del patriarcato.
Concia: Agli uomini parte l’embolo quando si parla di patriarcato. Ma il ministro anche se non parla di patriarcato, condanna il maschilismo, la cultura della prevaricazione. Forse chiamarlo patriarcato fa paura, ma è quello, comprende tante cose, e tra questi anche i feminicidi.
Quindi Concia parla di Elly Schlein e Giorgia Meloni
Huff.Post: A proposito di donne libere, ora a capo del Pd c’è Elly Schlein.
Concia: Sono contenta. Anche se non sono più iscritta al partito. E il mio partito resta quello, Pci-Pds-Ds-Pd. Ma sono contenta anche che a Palazzo Chigi ci sia una donna. Ho vissuto meravigliosamente i 15 anni di Merkel e mi manca molto.
Huff.Post: Meloni è la Merkel italiana?
Concia: Facciamo che questa domanda non me l’hai fatta.
L’ambiguità di Anna Paola Concia fu ritratta da un post popolare di Simone Alliva, giornalista de L’Espresso, già collaboratore di Gay.it, che la definì “megafono del fallimento strategico di moltissime battaglie #Lgbt“. Nel post Alliva ricorda che Concia si è distinta per il suo attacco alla schwa (ə). Nel lungo elenco si evidenziano alcuni fallimenti di Concia “ex bersaniana, ex (forse) renziana di ferro, è riuscita a farsi bocciare per incostituzionalità, per ben due volte la proposta di legge contro l’#omotransfobia, nel 2009 e nel 2011“. Quindi gli insuccessi alle politiche del 2013, le sue battaglie contro la stepchild adoption (poi infatti stralciata dalla legge sulle unioni civili), la sua avversione al Ddl Zan.
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