Outing è probabilmente ancora oggi il termine più utilizzato -erroneamente- per indicare l’esplicitazione dell’orientamento sessuale di qualcuno, che venga effettuato dallo stesso soggetto o da qualcun altro.
In realtà però questo termine ha un significato più preciso e contrapposto a coming out, che negli ultimi anni, grazie ad una crescente presa di consapevolezza dei mass media sui temi LGBTQ+, viene utilizzato correttamente sempre di più per indicare la dichiarazione del proprio orientamento.
Interessante verificare i trend di ricerca su google dei due termini negli ultimi mesi, che vedono una prevalenza di “coming out”. La lettura però può essere duplice: il termine è più cercato perchè più diffuso, o, al contrario, proprio perchè se ne conosce meno il significato e outing rimane il termine più utilizzato – a sproposito? proviamo a capirlo in questo articolo.
Outing, significato
Outing e Coming Out sono due termini termini molto diversi, lo sappiamo bene.
Il significato di outing, è molto semplice: “far uscire fuori”, svelare l’orientamento sessuale di qualcun altro. La radice è il suffisso di coming out of the closet (uscire dall’armadio), ma viene subita passivamente (outed = “buttato fuori”), non voluta.
Come dicevamo, fuori dalla comunità LGBTQ+, Outing è ancora usato erroneamente come sinonimo di Coming Out, anche se gradualmente la consapevolezza sul corretto uso dei due termini sta aumentando.
Outing ha però un significato negativo: è una violenza, non solo della privacy, verso la persona della quale viene divulgato l’orientamento sessuale contro la sua volontà.
L’abbiamo definita “Caccia al gay”, sia che riguardi personaggi famosi che persone comuni: una pratica ancora più violenta e pericolosa specie in paesi dove l’omosessualità non è legale.
Ma l’Outing è sempre e solo negativo? La storia di questa parola, utilizzata per la prima volta da un giornalista negli anni 1990, è molto interessante (continua dopo l’immagine).
Michelangelo Signorile e l’outing come atto politico
Nel 1982, il giornalista di Harper Bazar Taylor Branch, definì questa pratica “outage“, e previde che sarebbe diventata strumento di lotta politica.
Nel 1990 William A. Henry usò “outing” per la prima volta sulla rivista Time in un articolo intitolato “Forcing Gays Out of the Closet”.
Frustrati dalla lentezza con cui vengono approvate leggi a tutela dei diritti civili degli omosessuali e dall’indifferenza del governo rispetto all’epidemia di Aids,” – scrive Henry -“sempre più attivisti rivendicano il diritto morale a costringere le persone a dichiarare la propria omosessualità, sia per forzarli ad aiutare il movimento, sia per neutralizzarli quali oppositori. Gli obiettivi principali sono le personalità pubbliche e i leader religiosi che potrebbero avere una vita privata omosessuale ma che pubblicamente sostengono misure contro i gay”.
Ma a mettere in praticare l’outing a fini mediatici e politici fu l’attivista, giornalista, scrittore e conduttore radiofonico Newyorkese Michelangelo Signorile,
Signorile è una figura storica dell’attivismo radicale: negli anni ’80 e ’90, fu presidente degli ACT UP, gli spettacolari atti di protesta per sensibilizzare sull’HIV e politiche pro-lgbt di cui parla il film 120 battiti al minuto.
Fu anche anima di Queer Nation, embrione del movimento Queer, ma soprattutto fondatore ed editore di OutWeek, rivista attraverso la quale fece diversi outing di personaggi noti.
Queer in America, Out Yourself (per spingere al Coming Out) sono alcuni dei suoi numerosi libri a tema lgbt.
Per Signorile svelare l’orientamento di terzi era semplicemente una questione di parità: così come nei media mainstream il gossip svelava amori e relazioni di coppie eterosessuali, OutWeek svelava i rapporti omosessuali.
I personaggi che subivano outing erano spesso pubblicamente omofobi o contrari a iniziative sociali per gli omosessuali o contro l’HIV.
Per Signorile l’Outing era quindi un atto politico, utile a smascherare l’ipocrisia di determinate figure e dell’opinione pubblica americana, anche se questo provocò discussioni laceranti nella stessa comunità LGBTQ.
Outing famosi
Tra i personaggi “svelati” da Signorile in quegli anni David Geffen, manager dei Guns n Roses, Malcolm Forbes, editore, l’attore John Travolta (mai confermato), Pete Williams, sottosegretario alla difesa, il comico Andrew Dice Clay e molti altri.
Anche Pete Williams, Chad Allen, Chastity Bono, Richard Chamberlain hanno subito outing.
Venendo all’Italia, Aurelio Mancuso, ex segretario di Arcigay, “minacciò” intorno al 2010 di svelare l’identità di alcini politici omosessuali italiani come ritorsione per la mancanza dei diritti civili, senza mai mettere in atto questo proposito.
Nel 2011 vi fu un’azione di “Web-Outing” anonima tramite un blog nei confronti di molti politici del centro destra, alcuni vicini all’allora Presidente Berlusconi, senza riscontri o reazioni.
Censire tutti i rumors su presunti omosessuali sarebbe impossibile, ci limitiamo a ricordare come nelle ultime settimane si è parlato di outing nel Fratello Vip, riguardo alcuni personaggi televisivi minori.
Nel 2014, in Francia fu Florian Philippot, politico di spicco del Front National, consigliere di Marine Le Pen, ad essere immortalato dalla rivista Closer mentre camminava mano nella mano col compagno a Parigi.
Origine e storia dell’outing
Se la parola viene coniata negli anni ’90 in USA, l’idea di svelare l’orientamento sessuale di qualcun altro è molto più antica.
Il primo caso mediatico legato all’outing risale addirittura al 1907, e coinvolse addirittura l’entourage dell’Imperatore Guglielmo: il cosiddetto scandalo Harden-Eulenburg, alimentato da rivelazioni giornalistiche e contro-accuse a fini politici, uno scandalo paragonabile al processo ad Oscar Wilde in Inghilterra.
Lo scandalo accadde proprio in quella Germania che, a cavallo tra 1800 e 1900, fu la culla del dibattito culturale sull’omosessualità.
Fu Kertbeny (ungherese di lingua tedesca) a coniare il termine omosessuale nel 1869 ; qui nacque una diffusa consapevolezza della trasversalità dei diversi orientamenti sessuali, e sempre qui nacque il primo movimento a favore degli omosessuali.
Il (WHK), Comitato Scientifico Umanitario (Wissenschaftlich-humanitäres Komitee), viene ritenuto il primo movimento di liberazione omosessuale nella storia.
Fu fondato dal medico Magnus Hirschfeld ed altri nel 1897 con l’obiettivo di abolire il paragrafo 175, una legge che puniva con l’arresto i rapporti omosessuali, persino quelli tra maggiorenni consenzienti in privato.
Il comitato nacque per promuovere un’idea biologista (Gay si nasce, in poche parole) che doveva rendere non punibile l’omosessualità.
Già nel 1902 il Comitato si trovò a discutere della legittimità dell’outing, dichiarandolo non in linea con i propri obiettivi.
Credit cover photo
Tratta da Goqnotes
Autore: Jodi Buren
Ringraziamenti: The LIFE Images Collection/Getty Images
Copyright: Jodi Buren
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Concordo e sottoscrivo parola per parola quanto scritto da bacibaci. Quello che invece ha scritto Il bianco coniglio mi risulta come al solito incomprensibile. Ma che vuole?!
Strafavorevole all'outing a condizione che si tratti di persone che pubblicamente siano contrari a misure pro-lgbt. Se prendi parte al dibattito pubblico non puoi presentarti per ciò che non sei. Se sei un panettiere o un medico che non vuole uscire dall'armadio, fai una cosa sbagliata perchè danneggi te stesso e tutti gli lgbt, ma non direi che è opportuno fargli l'outing visto se non entra nel dibattito pubblico. Vuoi stare chiuso nell'armadio? allora stacci sempre, non solo quando ti fa comodo e non mettere fuori la testolina dall'armadio per farci sapere che sei contrario alla legge x o y. Se fai sapere agli altri come la pensi e dunque entri nel dibattito pubblico allora non puoi più fingere di essere ciò che non sei. Con questa cosa non c'entra niente l'accusa di omosessualità usata, spesso riguardo a etero, per colpire gli avversari politici. L'accusa di omosessualità rivolta agli avversari politici etero è innanzitutto una menzogna e dunque non c'entra niente con l'outing che presuppone la verità dell'attribuzione dell'identità di omosessuale. Nel caso invece di veri omosessuali la cosa si fa complicata quando si vive in paesi in cui essere omosessuale è reato, in questi casi l'outing non è solo il disvelamento dell'ipocrisia ma anche una condanna penale. Dei 3 casi considerati l'outing giusto è quello che riguarda dei veri gay che vivono in paesi in cui essere gay non è reato e che hanno preso posizione pubblica contro la comunità lgbt. Quello contro gli etero è sicuramente sbagliato , in primis perchè è una menzogna, quello contro i gay nei paesi in cui essere gay è reato è un caso difficile da valutare caso per caso.
Allora io che sono andato al Gay pride nel 94 In pratica ho fatto coming out Ma quando la tv mi ha messo in copertina del tg nazionale allora la tv mi ha fatto fare outing Giusto? Eh si ero in copertina del tg. E poi sul manifesto del pride dell anno dopo a Bologna, ero il “working class hero” del movimento RSP