Si chiamava Salvatore Calì e aveva 30 anni il giovane, senza precedenti, ucciso stamane nell’androne di uno stabile alla periferia di Termini Imerese, in provincia di Palermo. La vittima, che secondo gli investigatori era gay, è stato centrato nelle prime ore del mattino da tre colpi d’arma da fuoco. La pista più accreditata, al momento, è quella del movemnte privato che potrebbe essere passionale. Di certo la dinamica ricorda molto quella di una vera e propria esecuzione, scattata intorno alle 7.
Gli inquirenti hanno ascoltato la testimonianza della donna che, scesa dal suo appartamento per gettare l’immondizia, ha trovato il cadavere e ha lanciato l’allarme. Ma vengono sentiti anche conoscenti e parenti per riscostruire la sfera personale e le frequentazioni del giovane Salvatore. Il trentenne lavorava nel bar di una struttura di assistenza per anziani di Bagheria, poco distante da Termini Imerese, e abitava in contrada San Cosimo, vicino allo stabile nel cui androne è stato trovato il suo cadavere. La polizia continua a indagare.