Arrivato dietro a Bernie Sanders alle primarie democratiche del Nevada, Pete Buttigieg, primo storico candidato alla Casa Bianca dichiaratamente omosessuale, è stato duramente criticato da suo cognato Rhyan Glezman, fratello di Chasten, marito dell’ex sindaco di South Bend. Buttigieg, duranto l’ultimo comizio elettorale, ha così osato criticare quei cristiani che votano Donald Trump: “Perché non trovo alcuna compatibilità tra il modo in cui questo presidente si propone e tutto ciò che trovo nelle Sacre Scritture”.
Apriti cielo. Ospite di Tucker Carlson a Fox News, rete trumpiana e conservatrice, Glezman ha sparato a zero contro il candidato democratico, marito di suo fratello.
Pete è nel pieno della disonestà intellettuale quando afferma che non c’è compatibilità con l’essere un cristiano e il votare per Trump, perché Pete è colui che sta proponendo programmi chiaramente contrari alle Sacre Scritture.
Rhyan ha poi accusato Buttigieg di voler legalizzare l’infanticidio. Questo perchè il candidato dem si è detto favorevole all’aborto tardivo, che dovrebbe essere unicamente lasciato alle decisioni di ogni donna. Peccato che a detta di Rhyan questo significhi uccidere dei bambini.
Tutto ciò che Pete sta spingendo è anti-Dio. Sarò sincero con te. Nulla di quel che dice è in linea con le Sacre Scritture, quindi lui non può dire ad un cristiano di non votare per Trump.
Rhyan è un celebre volto tra le emittenti di destra, negli States. Lo scorso anno, sempre su Fox News, disse di non condividere lo ‘stile di vita gay’ di suo fratello Chasten, marito di Pete. Lo stesso Chasten ha dolorosamente confermato che la sua famiglia non l’ha mai accettato, tanto dall’aver vissuto in strada, letteralmente, per un anno. Peccato che ora Rhyan abbia incredibilmente ribaltato il tavolo, sostenendo di essere stato lui quello rifiutato da Chasten, e non il contrario, solo e soltanto per far ottenere voti e sondaggi favorevoli al marito, in corsa per la Casa Bianca.
Pete, nel dubbio, è ancora oggi il principale competitor di Bernie Sanders tra i tanti, troppi candidati democratici, nell’attesa che il Super Martedì di inizio marzo sparigli le carte.
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