Pete Buttigieg si ritira dalle primarie democratiche: NON avremo un presidente USA gay

A poche ore dal super Martedì, Pete Buttigieg si è tirato fuori dalla corsa alla Casa Bianca. Ma è nata una stella, tra i democratici d'America.

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2 min. di lettura

Pete Buttigieg si ritira dalle primarie democratiche: NON avremo un presidente USA gay - First Family storica copertina di Time Magazine con Pete Buttigieg - Gay.it

L’annuncio a sorpresa, sofferto, coraggioso. Pete Buttigieg, primo storico candidato dichiatatamente gay alla Casa Bianca, si è ritirato dalle primarie democratiche. L’ex sindaco di South Bend, 38 anni e da quasi due sposo di Chasten Buttigieg, ha abbandonato la corsa dopo il quarto posto raggiunto in South Carolina. Eppure Pete aveva vinto in Iowa, arrivando secondo in New Hampshire dietro Bernie Sanders, ma i bruschi stop tra Nevada e Carolina del Sud hanno convinto Buttigieg, terzo nella conta totale dei delegati e ancora oggi davanti a Elizabeth Warren ed Amy Klobuchar, ancora in corsa, a ritirarsi.

Grazie per avermi invitato nelle vostre case, per aver condiviso le vostre storie e per aver riposto la vostra fiducia in me. Abbiamo lanciato la nostra campagna perché gli americani hanno fame di un nuovo tipo di politica, che ci unisca. Insieme batteremo questo presidente e costruiremo la prossima era”, ha commentato sui social Pete. Donald Trump, che nelle ultime settimane l’aveva inaspettatamente difeso dagli attacchi omofobi dei repubblicani più estremi, ha così twittato nella notte: “Pete Buttigieg è fuori. Tutti i suoi voti del Super Tuesday andranno al sonnolento Joe Biden. Grande tempismo. Questo è il vero momento in cui i dem iniziano a mettere Bernie fuori gioco. Nessuna nomination, di nuovo!“.

Domani è infatti il gran giorno, il super martedì che vedrà 14 Stati, compresi i principali California e Texas, al voto. La corsa alle primarie dem si potrebbe decidere tra 24 ore, con Buttigieg che ha coraggiosamente deciso di farsi da parte, pur di non frammentare ulteriormente il voto tra i democratici, cosa che favorirebbe indirettamente il tycoon Trump. Un anno fa sconosciuto al mondo, questo ex sindaco ha scalato montagne e sondaggi, dimostrandosi serio, preparato, capace, e soprattutto mai timoroso di essere quello che è, con il marito sempre accanto, a sostenerlo. Veterano decorato in Afghanistan, Buttigieg potrebbe riprovarci tra quattro anni, quando ne avrà solo 42, dinanzi ad un’America forse ancor più pronta al primo storico primo presidente dichiaratamente omosessuale. Nell’attesa ha infranto un tabù, candidandosi, suscitando entusiasmo, mostrando un’immagine, quella di due uomini che si amano, che sono marito e marito, a molti americani ancora indigesta. Ritiro o meno, Pete ha già riscritto la Storia.

 

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Franzc Dereck 2.3.20 - 14:45

Lo diceva prima della Rivoluzione il padre di Madame De Stael , che era anche un banchiere oltre che il Ministro delle finanze del re ghigliottinato, che fosse più facile levare un franco ad un " povero " che due ad un ricco.Ed è proprio vero che in USA chi vuole lavorare non ha troppi problemi per non dipendere dal Social Security.

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bacibaci 2.3.20 - 13:00

Mi è sempre sembrato un discreto candidato tuttavia penso che abbia fatto bene a ritirarsi adesso. Bisogna prendere atto che, piaccia o non piaccia, purtroppo non è riuscito ad attrarre il consenso di latinos e afroamericani. Se avesse atteso il super tuesday avrebbe ottenuto come risultato di ritirarsi non dopo 2 buone prestazioni e 2 mediocri, ma dopo un insuccesso notevole al supertuesday. Vero è che nessuno può sapere come sarebbe andato il supertuesday con Buttigieg ancora in corsa, ma è ragionevole pensare che i candidati moderati si sarebbero solo ostacolati fra li loro e quindi indirettamente aiutato Sanders, che ha in sostanza conquistato la stragrande maggioranza dell'elettorato più a sinistra, nel senso deteriore del termine. Sanders è insieme a Trump il peggior candidato in campo, un demagogo, un analfabeta matematico che ha venduto la balla, cui purtroppo molti giovani americani hanno abboccato, che esistono pasti gratis. Vero è che negli usa c'è un problema di disuguaglianze, tra l'altro molto meno grave di come lo raccontano, ma Sanders non si è limitato a parlare di lotta alla disuguaglianza, ha fatto un'altra cosa, ha promesso un servizio sanitario universale per centinaia di milioni di americani, facendo credere che lo avrebbero pagato i ricchi. Non esiste nessun paese al mondo in cui lo stato eroga servizi universali, scuola o sanità etc, senza tassare il ceto medio. Certo i ricchi, essendo tali, devono dare un contributo più consistente, ma i servizi universali stanno in piedi grazie alla tassazione del un ceto medio, per l'ovvia ragione che costituiscono, per fortuna, la stragrande maggioranza della popolazione. Andate a vedervi i livelli di tassazione delle socialdemocrazie del nord Europa o della Francia. Hanno livelli di tax revenue che vanno da oltre il 40% a oltre il 50%, perché solo così si può mantenere un livello di spesa pubblica per servizi universali, scuola, sanità etc, per l'intera popolazione. La storia che puoi pagare servizi universali tassando i ricchi è appunto una balla, è demagogia. Inoltre Sanders è colpevole di aver preso voti alimentando odio e sfiducia verso il partito democratico. Il partito democratico, con tutti i suoi limiti, è l'unica forza capace di liberare la casa bianca da quel pessimo presidente, bugiardo e arrogante, di nome Trump. Crearsi un grande consenso personale facendo odiare il partito Partito Democratico americano ha un unico risultato certo, favorire la vittoria di Trump. Io , nonostante l'età avanzata e certi altri limiti, ho sempre pensato che Biden, fosse il candidato più forte, ed il ritiro di Buttigieg e speriamo il prima possibile, della Klobuchard, dovrebbero consentire alla componente ragionevole dell'elettorato democratico di sbarrare la strada alle minchiate dei Bernie bros.

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Franzc Dereck 2.3.20 - 11:30

Una doppia tristezza : che il " nostro" candidato si ritiri e che si abbia la conferma che la Casa Bianca si possa comprare !

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