Amini Fonua, il nuotatore del Tonga che nei giorni scorsi abbiamo eletto eroe LGBT di queste Olimpiadi, per la sua presa di posizione contro il giornalista del Daily Beast che ha imposto l’outing ad alcuni atleti diffondendo i dati acquisiti tramite Grindr LEQQI QUA, ha rivelato quale sport tra quelli olimpionici avrebbe, secondo la sua personalissima indagine, la maggior rappresentanza sull’app per sex dating Grindr.
Nella videointervista per Advocate, che trovata subito qui sotto, alla domanda su quale sarebbe lo sport con il maggior numero di atleti gay (o bisex), Amini ha risposto senza bisogno di pensarci un attimo: il rugby. Sorpresi?
Amini ha detto che in una squadra di rugby c’è almeno un “curioso” e ha ammesso di aver contattato sull’app gay più famosa “un paio di rugbisti”, oltre a atleti di altre discipline, come il judo e la pallanuoto. “Uomini sexy, bellissimi uomini”, ha precisato.
Nella breve intervista il nuotatore ha anche parlato del senso di appartenenza alla comunità LGBT: “Sono davvero orgoglioso di essere gay”. Fonua è gay dichiarato da circa tre anni e ha precisato che “sarebbe stato ben più difficile fare quello che faccio se non lo fossi stato”.
Un punto importante della chiacchierata con Fonua è stato quello dei modelli per i più giovani: “Penso che i modelli siano molto importanti per i ragazzi”. Fonua ha raccontato come lui stesso, da piccolo, cercava pagine Wikipedia sugli atleti LGBT, sugli attori LGBT: “Cercavo un modello”.
Se le Olimpiadi stanno mostrando che, dal punto di vista dei diritti, la direzione intrapresa è quella giusta, Amini non ha potuto non parlare della difficile situazione del suo paese, il Tonga, in Nuova Zelanda. Un paese in cui l‘omosessualità è ancora praticamente illegale: “Siamo un paese molto cristiano, ma possiamo continuare a esserlo senza essere intolleranti. È possibile”, ha aggiunto.
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