A pochi giorni dal Roma Pride la Capitale torna a far parlare di sè, avendo deciso di non iscrivere l’atto di nascita di una bambina con due mamme nata in Italia.
Una scelta in controtendenza rispetto a quanto avvenuto da nord a sud, da Torino a Palermo, con tanti sindaci che con coraggio nelle ultime settimane sono intervenuti direttamente per tutelare i diritti dei bambini trascrivendo gli atti di nascita come prescrive la legge. Secondo quanto riportato da LaRepubblica, il 28 maggio le due donne si sono recate all’anagrafe per l’iscrizione della piccola, ricevendo poche ore dopo un certificato con il solo nome della madre biologica, accompagnato dalla falsa dichiarazione che la bimba sarebbe stata concepita con un uomo con cui non ci sono legami o vincoli di parentela. Durissimo Sebastiano Secci, presidente del Circolo Mario Mieli e portavoce del Roma Pride.
“Abbiamo appreso con rabbia e sconcerto la scelta del comune di negare, ancora una volta, i diritti dei più deboli: i bambini. Adesso è giunto il momento che la sindaca Virginia Raggi e la sua giunta prendano una posizione netta come hanno già fatto Sala a Milano, Appendino a Torino, Orlando a Palermo e tutti gli altri sindaci illuminati che hanno a cuore il benessere di tutti i bambini. Quei certificati di nascita vanno trascritti subito perché ogni minuto di inerzia comporta un’inaccettabile violazione di diritti umani fondamentali”.
“Il Pride di Roma del 9 giugno – continua Secci – sarà l’occasione per ribadire che nella nostra città non c’è spazio per la discriminazione. Lo diremo in maniera forte e chiara: giù le mani dai nostri figli. Per questo mi auguro che dalla giunta capitolina e dalla sindaca Raggi arrivi presto un segnale inequivocabile in merito, dando indicazioni agli uffici dell’anagrafe di procedere alle iscrizioni degli atti di nascita dei figli di coppie formate da persone dello stesso sesso. Ne va della dignità e dei diritti di tutti i cittadini e su questo non possiamo accettare compromessi”.
Proprio questa mattina verrà presentato alla stampa il documento politico del Pride capitolino, di fatto alimentato da un’inattesa e infelice polemica che vede ancora una volta Virginia Raggi, Sindaco di Roma, in prima linea.
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