Il gender fluid alla fine è arrivato, senza se e senza ma, a Sanremo 2023. Con buona pace di chi si era indignato, non potremmo amare di più, tutto ciò che Rosa Chemical ha portato sul palco dell’Ariston. Prima dell’annuncio della sua partecipazione, a cui sono seguito tremende polemiche da parte dei conservatori, il grande pubblico non conosceva il trapper che con “Made in Italy” ha segnato un precedente favoloso per il Festival della canzone italiana.
Gli attacchi della destra di governo sono arrivati immediatamente. Addirittura dal Parlamento. “Mina l’identità dell’uomo e della donna” ha detto in aula l’onorevole di Fratelli d’Italia, Maddalena Morgante. Che addirittura, prima del suo intervento alla Camera dei Deputati, ha chiesto scusa in anticipo per i termini che avrebbe di lì a poco utilizzato: “il sesso, l’amore poligamo, e il porno su Only Fans”.
L’Italia del mainstream conosceva a malapena il personaggio Rosa Chemical. Senza paura, orgogliosamente sé stesso e senza peli sulla lingua, il primo artista ad aver presentato la cover del suo singolo su OnlyFans, con un look da far rizzare i capelli ai più puritani. Ma una certa l’Italietta fomentata in Parlamento dalla destra (e che forse non esiste davvero nel paese) non era pronta alla sua presenza sul palco dell’Ariston, con un inno alla libertà sessuale, all’amore, all’uguaglianza e alla libertà. Classe 1998, Rosa Chemical è semplicemente l’incarnazione di tutta la libertà e fluidità delle nuove generazioni, che passo dopo passo stanno conquistando anche i luoghi più tradizionalisti e nazional popolari. Chi non se ne fa una ragione, se ne farà una malattia. Perché non si fermeranno. Non ci fermeremo.
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Rosa Chemical veleggia davanti a decine di milioni di telespettatori e streaming con i suoi outfit stellari, le unghie glamour, il make up spaziale e la sua “perversione” (parola ormai che risuona come una provocazione astratta, ma purtroppo ancora necessaria nel nostro paese catto-bigotto). Perversione di cui Chemical va fiero. A Sanremo ha unito questa perversione al “Made in Italy”. Una provocazione tutto sommato simpatica, e anche innocua. Ma che, nella locuzione “sesso made in Italy”, risuona insopportabile alla marmaglia dell’estrema destra del Governo Meloni, sempre più distante in questi giorni dall’Europa dei diritti.
Rosa a Sanremo ha fatto scoppiare il fegato dei boomer (parola chiave di questo Festival 2023) conservatori?
Fatto.
Twerkare in prima serata su Rai1? Fatto.
Portare sul palco di Sanremo un plug anale? Nemmeno nei nostri sogni più reconditi ce lo saremmo immaginato, ma: fatto.
Rosa Chemical non ha paura di mostrarsi per come è. Non per calpestare sensibilità come dice qualcuno. Rosa vuole scardinare un concetto: nessunə è sbagliatə , è che siamo diversə
A chi si è sentito sbagliato, e invece era solo diverso.
(Rosa Chemical)
Non è gay – dice – e per essere fluido non serve esserlo. E poi diciamocelo, queste regole non contano più molto. Rosa vuole scardinare anche certe regole un po’ troppo fossilizzate nella comunità LGBTQIA+. Vedremo se ne sarà all’altezza.
Rosa Chemical – all’anagrafe Manuel Franco Rocati – è senza pregiudizi, contro la mascolinità tossica, si definisce genderless e indossa ciò che vuole. Le etichette non fanno per lui. Si definisce etero, online girano video in cui bacia dei ragazzi, tra cui Tananai, ed è fidanzato, ma si tratta di una relazione aperta. Non esistono limiti e non esistono confini: la sua è una libertà totale, a tratti scomoda per chi non ci è abituato, e bellissima da vedere.
Nella serata dei duetti, Rosa Chemical ha portato con sé Rose Villain, che ha stregato prima gli Stati Uniti e poi l’Italia, un look dark e attratta dal macabro, che è stato il connubio perfetto. Rosa ha brillato. Ha portato un sex toy sul palco dell’Ariston. Dovevamo arrivare al 2023 per vedere un plug anale sul palco più famoso d’Italia, e menomale che ci siamo arrivati. Il tutto, nel bel mezzo della cover di un’altra canzone che scandalizzò al tempo della pubblicazione, nel 1979, per i suoi temi espliciti: “America” di Gianna Nannini.
In questo Festival pieno di polemiche e momenti inaspettati, Rosa Chemical ha fatto una piccola rivoluzione, solo attraverso la sua esistenza sul palco, mostrandosi senza remore e senza filtri, trasformando tutta la sua arte nel messaggio di libertà, che per molti è trasgressione, traspirato dalle sue esibizioni. Per l’opinione pubblica Rosa Chemical è tanto scomodo quanto il pretesto per fare click e cinguettare commenti, ma la naturalezza con cui impugna sé stesso, facendosi diventare un’arma contro l’omologazione, è la svolta inaspettata che ha stupito.
Forse “Made in Italy” non vincerà Sanremo 2023 e non rappresenterà l’Italia all’Eurovision Song Contest, ma di Rosa Chemical si continuerà a parlare, in un modo o nell’altro. “Sono perverso della perversione”, ha dichiarato, e questa fa sempre gola. Lo abbiamo appena visto: Rosa Chemical lascia il palco gridando “Viva il sesso!”, Amadeus ridacchia un po’ imbarazzato, Internet si scatena e noi voliamo liberə.
Ileana Dugato
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