La Russia ha per la prima volta riconosciuto un matrimonio omosessuale, sconvolgendo persino i due sposi coinvolti.
Eugene Wojciechowski e Pavel Stotsko si sono giurati amore eterno il 4 gennaio scorso a Copenaghen, in Danimarca. Tornati in Russia sapevano che la loro unione sarebbe stata quasi certamente considerata illegale. Sbagliando. Con loro enorme sorpresa e gioia, a Mosca un impiegato del governo ha timbrato entrambi i passaporti, ufficializzando di fatto il matrimonio. Wojciechowski e Stotsko, intervistati dal canale televisivo indipendente Rain TV, hanno confessato come il membro dello staff abbia redatto i documenti per convalidare la loro unione “senza fare domande superflue“.
“Non ha nemmeno cambiato espressione“, hanno aggiunto sorpresi. Secondo la legge russa, i matrimoni celebrati all’estero sono legittimi se non c’è nulla che “impedisca la conclusione del matrimonio specificata nell’articolo 14 del Codice della famiglia“. Nozze che non possono essere approvate se effettuate tra parenti stretti, o genitori adottivi e figli adottivi, o se uno dei coniugi è già sposato o incapace di prendere una decisione autonomamente perché gravemente malato di mente. Di fatto nulla nella legge afferma che le unioni omosessuali costituiscano un fattore squalificante. Una scappatoia che i due sposi sembrerebbero aver sfruttato.
C’è una frase della legge che rimarca come che per il riconoscimento del matrimonio sia richiesto “il reciproco consenso volontario dell’uomo e della donna che entrano in matrimonio“, ma quando TV Rain ha interrogato l’ufficio di Mosca dove Wojciechowski e Stotsko hanno approvato la loro unione, l’addetto stampa non è stato in grado di chiarire il punto.
La notizia è tanto sorprendente quanto felicemente ben accolta, poche settimane dopo la diffusione di un sondaggio che ha rivelato come l’83% dei russi consideri “riprovevoli” gli omosessuali.
© Riproduzione Riservata