È morta Sandra Milo.
Ad annunciarlo è la sua famiglia stamattina: si è spenta nella sua casa a Roma, a 90 anni compiuti nel 2023, circondata dall’amore dei suoi cari e dei suoi due cani Jim e Lady V. “Ci ha lasciato serenamente, addormentandosi nel suo letto, nel modo in cui ci aveva espressamente richiesto” scrivono i famigliari.
Nata a Tunisi l’11 marzo 1933, Salvatrice Elena Greco (il suo vero nome) fu uno dei volti più memorabili del cinema italiani anni ’60: dall’esordio insieme ad Alberto Sordi nel 1955 in Lo scapolo di Antonio Pietrangeli, nei panni dell’hostess sulle nuvole Gabriella, a Olga, prostituta innamorata in Il generale Della Rovere (1959) di Roberto Rossellini, fino all’incontro con Federico Fellini, che la rinominò amorevolmente ‘Sandrocchia’ e la rese volto indimenticabile del suo cinema: per lui fu Carla, la piccola borghese svampita di 8½, e Susy, meravigliosa vicina di Giulietta Masina in Giulietta degli Spiriti, per cui vinse il Nastro d’Argento come migliore attrice non protagonista nel 1966.
Abbandonò il grande schermo nel 1962 e ricevette il David di Donatello alla Carriera nel 2021, dopo aver lavorato ad oltre 35 pellicole di registi come Sergio Corbucci, Luigi Zampa a Dino Risi, Luciano Salce, Duccio Tessari, Pupi Avati, Gabriele Salvatores e Gabriele Muccino.
Ironica, stravagante, e con una gentilezza che Fellini definiva ‘la sua essenza’, Milo è sempre stata una fedele alleata della comunità LGBTQIA+: come nel 2018, quando in una nostra intervista invitò Silvio Berlusconi a lasciare in pace le unioni civili, ricordando che per crescere i bambini servono solo due cose: “cuore e cervello“.
“Nemmeno fossimo nei tempi dell’oscurantismo medievale. L’amore non è mai peccato. L’amore va sempre incoraggiato e benedetto, che si tratti di coppie eterosessuali o omosessuali” scriveva su Instagram nel 2021, schierandosi contro il Vaticano e il divieto alla benedizione per le coppie LGBTQIA+. Si definì una credente che non apparteneva a questa chiesa, perché perché secondo lei Dio approverebbe ogni forma d’amore, non giudicherebbe, e accoglierebbe a sé chiunque si ami con cuore sincero. Nell’arco di questi anni partecipò al Padova Pride del 2018 e fu tra le sostenitrici del DDL Zan.
“Non si muore mai. Credo che anche dopo la morte continuiamo a vivere, amare, stare vicino alle persone a cui vogliamo bene” dichiarò lo scorso Ottobre a Verissimo “La morte non mi fa paura, non voglio morire perché non voglio lasciare i miei figli. Loro hanno paura di morire, vorrei morire dopo di loro perché così terrei loro la mano”.
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