Lo scorso novembre la Corte suprema russa ha dichiarato estremista il movimento LGBTQIA+, dando il via ad una terribile escalation di violenza e repressione. Solo questa mattina riportavamo il primo caso di “estremismo LGBTQIA+” a finire in tribunale, con manager e direttrice del club queer Pose arrestati.
Ebbene proprio oggi il Servizio federale di monitoraggio finanziario della Federazione Russa, noto anche come Rosfinmonitoring, ovvero l’autorità anti-riciclaggio, ha inserito i gruppi di attivismo LGBTQIA+ nella lista delle organizzazioni estremiste e terroristiche.
Il regime di Vladimir Putin, pochi giorni fa rieletto presidente almeno fino al 2030, lo ha volutamente etichettato con un generico “movimento pubblico internazionale LGBT”, definizione chiaramente vaga che non indica alcuna specifica organizzazione, puntando così a colpire qualsiasi gruppo e/o persona che faccia attivismo a sostegno dei nostri diritti.
Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad una nuova ondata repressiva verso la comunità LGBTQIA+ e i dissidenti politici, con la polizia che ha fatto irruzione nei bar e nei locali gay del Paese, la giornalista trans no-binary Masha Gessen ufficialmente ricercata, un insegnante vestitosi da Biancaneve accusato di propaganda LGBTQIA+, una donna incriminata per degli orecchini arcobaleno, l’app Duolingo sotto indagine per “propaganda LGBTQIA+”, i Mini Pony vietati perché considerati propagandistici, due donne arrestate per un bacio social e costrette alle scuse pubbliche, e ora quest’ultimo caso, con Alexander Klimov e Diana Kamilyanova, rispettivamente direttore artistico e amministratrice di un locale queer di Orenburg, nel sud ovest della Russia, arrestati con l’accusa di “estremismo LGBTQIA+”.
Questa lista in cui il Rosfinmonitoring ha inserito il “movimento pubblico internazionale LGBT” permetterà al regime di congelare i conti bancari che a detta loro ne fanno parte. Si parla, per ora, di almeno 14.000 persone, che vanno dall’azienda Meta ad Al Qaida.
Dinanzi all’annuncio di oggi, le associazioni LGBTQIA+ napoletane Antinoo Arcigay Napoli, ALFI le Maree, Associazione Trans Napoli, Pride Vesuvio Rainbow, Pochos Napoli e Coordinamento Campania Rainbow, unitamente ai Radicali Napoli “Ernesto Rossi”, hanno convocato un presidio di protesta per lunedì 25 marzo alle 16:00 presso il Consolato onorario della Federazione Russa, a Napoli, in via Partenope, 1.
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