L’aveva annunciato il premier lo scorso agosto, e ora è diventato realtà. Singapore ha depenalizzato l’omosessualità. Il parlamento ha abrogato la ‘Sezione 377A’ del codice penale che criminalizzava il sesso gay, cancellando una normativa di epoca coloniale.
“Il sesso consensuale tra uomini adulti non dovrebbe essere considerato un crimine”, ha detto in Parlamento il ministro della Giustizia e degli Interni K Shanmugam. “È arrivato il momento per noi di rimuovere la Sezione 377A, perché umilia e ferisce le persone gay. La maggior parte di loro non danneggia gli altri; vogliono solo vivere in pace e tranquillità ed essere accettati come parte della società come qualsiasi altro singaporiano”.
Dal 2007 la legge non veniva praticamente più contemplata, se non per le vittime non consenzienti, gli atti contro i minori o gli atti sessuali commessi in pubblico. Anche per questo motivo il ministero esaminerà «in modo proattivo» i casi degli uomini condannati per sesso consensuale in privato prima del 2007. Il primo ministro Lee Hsien Loong ha parlato di “pietra miliare per Singapore“, sottolineando come ci siano volute “innumerevoli mediazioni” per riuscire a raggiungere un “consenso nazionale sul percorso da seguire”. “Presi tutti insieme, questi sono passi avanti equilibrati e saggi”.
Mentre veniva depenalizzata l’omosessualità, lo stesso Parlamento ha approvato un emendamento costituzionale teso a rafforzare l’attuale definizione di matrimonio come istituzione tra un uomo e una donna, frenando ancor di più le aspettative delle persone LGBTQI+ del Paese che sognano il matrimonio egualitario. Anche i film LGBTQI+, ad oggi, vengono ancora censurati.
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