Negli ultimi tempi Singapore ha tentato di aprirsi alla comunità LGBTQ+ modificando le regole e i provvedimenti ancora in vigore nella Repubblica dall’età coloniale. Una di queste è la sezione 377A del codice penale che attualmente criminalizza i rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso. Con una sentenza del 28 febbraio di quest’anno, la Corte d’Appello ha rafforzato una moratoria già esistente sull’arresto delle persone omosessuali, anche se non è riuscita a rimuovere completamente lo statuto criminale.
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Nella città-Stato del sud-est asiatico è iniziato così un dibattito pubblico che ha finito per coinvolgere anche i tribunali e il Parlamento. La questione si è infatti allargata rispetto alla “semplice” questione del depenalizzare il sesso gay. Alcune voci hanno sollevato un’altra preoccupazione: il rendere i rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso legali potrebbe essere impugnato dai tribunali per sfidare una seconda legge, che impedisce il matrimonio egualitario. Si tratterebbe di una conseguenza logico-giuridica difficile da spiegare in parole semplici, ma così sono i fatti stando a quanto riportato dai media locali.
Anche questa legge risale al periodo coloniale, l’unica differenza è che il governo non sembra troppo incline ad unire questo importante traguardo alla depenalizzazione del sesso gay. In poche parole, la revisione del divieto – qualora si dovesse finalmente raggiungere, e non è ancora assicurato – non consentirà il conseguente matrimonio, la cui definizione al momento riguarda esclusivamente l’unione di un uomo e una donna. Quasi una contraddizione, ma Singapore non è l’unico Paese asiatico a conviverci.
Singapore si trova infatti insieme a Myanmar, Malesia e Brunei nella lista degli Stati che vietano i rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso, il Vietnam riconosce alle coppie dello stesso un matrimonio dal puro valore simbolico che però non ha gli stessi diritti di quello tradizionale. Non è possibile convolare a nozze nemmeno a Hong Kong che pur non riconoscendo il matrimonio egualitario, consente la permanenza ai coniugi di lavoratori gay attivi nella Regione attraverso visti a carico. Attualmente, Taiwan è l’unica giurisdizione asiatica ad aver pienamente riconosciuto il matrimonio tra persone dello stesso sesso (Leggi la nostra intervista a un’attivista LGBTQ+ di Taiwan)
La questione che si è sollevata a Singapore ha radici prettamente religiose. La popolazione singaporiana è estremamente diversificata da questo punto di vista e vi convivono diversi credi religiosi. La più praticata è il buddismo, abbracciata dal 31% della popolazione e la più numerosa; il 19%, invece, si identifica come cristiano. Ed è stata proprio la Chiesa cattolica di Singapore la prima a opporsi alla dismissione di entrambe le leggi. Nonostante rispetti la dignità della comunità LGBTQ+, ha affermato un portavoce, «la fecondità del matrimonio richiede anche che il matrimonio sia aperto alla procreazione».
La 377A era già stata impugnata in precedenza, quando la Corte d’Appello aveva decretato che si trattasse di una questione costituzionale. Un suo rovesciamento avrebbe sicuramente senso, visto che è da più di un decennio che non viene concretamente applicata. Le varie espressioni della Corte, però, hanno alzato le critiche di K. Shanmugam, Ministro della Legge e degli Affari Interni, che sostiene come la cosa andrebbe discussa in Parlamento e non nei tribunali.
Proprio Shanmugam, in un video postato su Facebook riguardo il dibattito pubblico che si è creato attorno a questa decisione, ha affermato: «Stiamo riesaminando il regolamento, ma allo stesso tempo stiamo valutando come salvaguardare l’attuale posizione legale sul matrimonio dall’essere impugnata nei tribunali. Ora stiamo valutando il modo migliore per raggiungere questo equilibrio».
Il quotidiano Today ha riportato le dichiarazioni di Leow Yangfa, il direttore esecutivo del gruppo per i diritti umani Oogachaga, secondo la comunità LGBTQ+ locale non avrebbe, almeno per il momento, intenzione di sfidare apertamente il governo per chiedere di modificare la definizione di matrimonio.
Singapore è quindi sul passo di raggiungere un traguardo storico come la depenalizzazione del sesso gay, ma dall’altra parte non è ancora pronta a schierarsi apertamente con la comunità LGBTQ+. Ripetiamo spesso che l’importante è fare un passo alla volta, ma ogni tanto questi sono talmente piccoli che davvero viene da dire che si potrebbe fare di più. Non sarebbe più semplice accordare il matrimonio egualitario e lanciare così un messaggio concreto di modernità a tutta l’Asia?
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