Nel giorno della cerimonia di apertura delle Olimpiadi Invernali, a Sochi si contano già i primi arresti ai danni di persone lgbt. Sono quattro, infatti, gli attivisti arrestati oggi nei pressi del villaggio olimpico colpevoli di avere esposto degli striscioni. Tra loro, una donna incinta e Anastasia Smirnova, leader di LGBT Network. Dal posto di polizia in cui sono stati portati gli attivisti, Smirnova ha scritto sul suo profilo Facebook: “Arrestati per una foto con uno striscione; non è un modo curioso di celebrare l’Apertura delle Olimpiadi?”.
Gli striscioni esposti dagli attivisti paragonavano i Giochi di Sochi a quelli tenutisi nel 1936 nella Germania nazista.
Molti sono, intanto, gli atleti che hanno aderito a Principle 6, il gruppo così chiamato per ricordare l’articolo della Carta delle Olimpiadi che definisce “incompatibile con l’appartenenza al movimento Olimpico” qualunque forma di discriminazione.
Alcuni atleti hanno fatto sapere che manifesteranno la loro adesione indicando il numero sei con le dita quando saranno inquadrati dalle telecamere.
“La comunità internazionale non può accettare che queste violazioni cadano sotto silenzio mentre si fa finta di celebrare l’apertura delle Olimpiadi – ha dichiarato in una nota il presidente del Circolo Mario Mieli Andrea Maccarrone -. Il presidente Letta, già in Russia, deve pronunciare parole chiare e attivarsi per l’immediato rilascio degli attivisti, rifiutandosi altrimenti di presenziare alle celebrazioni. Se così non fosse la sua presenza a Sochi sarebbe un vero insulto e i suoi impegni di qualche giorno fa suonerebbero vuoti di senso e privi di reale contenuto politico”.