Storia Queer, che passione! È nato un nuovo centro di documentazione: intervista a Luca Locati Luciani

Alla scoperta del "Centro di Documentazione Aldo Mieli", ora patrimonio a disposizione della comunità LGBTQIA+ italiana e non solo.

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Centro di Documentazione Aldo Mieli storia lgbtq storia queer
Centro di Documentazione Aldo Mieli storia lgbtq storia queer
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Luca Locati Luciani nasce a Carrara, “città di confine” con un’anima anarchica, nel 1976. “Fuggito” dalla Toscana, a 18 anni si trasferisce a Bologna dove vive gli anni di studio come una liberazione. Recentemente, ci spiega, ha però riscoperto la sua città d’origine che, a suo dire, ha influito profondamente sul suo modo di guardare alla vita con un forte spirito critico. Tale atteggiamento lo ha portato ad avere un desiderio di ricerca che è stato alla base della sua collezione privata di materiali su temi LGBTQIA+ divenuta, recentemente, il Centro di Documentazione Aldo Mieli. Carrara ha accolto bene l’iniziativa. Non sono mancati polemiche ed episodi poco piacevoli ma, ci dice Luca, che lo avevano messo in conto sin dall’inizio.

Il Centro, che sta facendo già rete con molti archivi italiani ed esteri, offre il materiale archivistico più disparato, da libri e riviste fino a vecchi scontrini e condom di ogni epoca.

Le persone che contattano il Centro provengono dagli ambiti più disparati. Per lo più provengono dall’ambito accademico ma ci sono anche molte persone che utilizzano i materiali del Centro di documentazione come “fonte di ispirazione” per i loro progetti artistici.

Luca Locati Luciani
Luca Locati Luciani

Come è nato il Centro di Documentazione Aldo Mieli?

Il Centro nasce da quella che per anni è stata la mia collezione personale, iniziata quando ero ancora un adolescente con il desiderio di scoprire il passato delle persone LGBTQIA+. Non ho mai vissuto la collezione come qualcosa di “privato” ma come qualcosa da mettere a disposizione di studios* e persone curiose.

Il fine ultimo di trasformare la collezione in un Centro di documentazione c’è sempre stato, ma mi spaventava il dover intraprendere un percorso fatto anche di molta burocrazia. Questo “scoglio” è stato superato quando, intorno al 2020, mi sono reso conto che continuare a tenere tutto in casa, con l’unica regola di un accumulo compulsivo, senza un minimo di catalogazione, non avrebbe aiutato alcuna forma di consultazione. Insieme ad una decina di persone abbiamo così creato un nucleo da cui è nata l’idea del Centro di documentazione.

Interno Centro Aldo Mieli
Interno Centro Aldo Mieli

Perchè è importante avere un Centro come questo a Carrara?

Nei mesi precedenti la nascita del Centro abbiamo pensato quale potesse essere la migliore formula per rendere fruibile il materiale: si è ipotizzata la donazione della collezione ad un Centro di documentazione LGBTQIA+ già esistente, o ad una realtà universitaria. Ci siamo res* conto però che creare una realtà di questo tipo in una città di medio-piccole dimensioni come Carrara avrebbe avuto una doppia valenza: culturale e politica. Ci sono temi che, nelle città universitarie o di medio-grandi dimensioni, sono già portati avanti da diverse realtà LGBTQIA+. Ci sembrava dunque importante parlarne, anche se con un focus sulla storia, proprio a Carrara.

Flyer dell'artista Lorenzo d'Alessandro
Flyer dell’artista Lorenzo d’Alessandro

Perchè avete deciso di dedicarlo ad Aldo Mieli?

Inizialmente l’idea era di dedicarlo ad Emma Goldman, che portò le istanze lesbiche e femministe nel contesto di un attivismo anarchico. Ci sembrava una scelta consona a Carrara, dato il suo passato e presente di città legata a istanze anarchiche. Abbiamo poi realizzato quanto Aldo Mieli fosse una figura ancora poco conosciuta nel contesto dell’attivismo LGBTQIA+ odierno. Da lì la decisione di intitolare il Centro di documentazione a lui, con la promessa di organizzare eventi per approfondirne la conoscenza.

Aldo Mieli
Aldo Mieli

Collaborate anche con altre realtà locali?

Stiamo collaborando con diverse realtà locali. Dallo scorso febbraio, assieme al Gramsci Caffè, organizziamo nei loro locali incontri cultural mensili di diverso tipo. Aderiamo poi a Carrara Studi Aperti, un evento di 3 giorni organizzato dall’associazione Oltre, in cui vengono fatte aperture straordinarie di laboratori, gallerie d’arte, archivi che hanno sede nel territorio carrarese.

Con il laboratorio di serigrafia La Luce Rossa Lab stiamo invece curando una fanzine dal titolo “La pecora nera”. Il primo numero è uscito lo scorso maggio e, per l’occasione, è stata inaugurata una mostra con nostri materiali presso la Galleria Tekè, a Carrara.

Per l’occasione diversi artist* hanno decorato tutte le vetrine della galleria partendo dal tema dell’intersezionalità tra diritti civili e diritti sociali. La mostra, che non è stata esente da polemiche e ha visto una delle vetrine della galleria spaccata da persone tuttora ignote, è ancora in corso e, nello stesso luogo, noi e La Luce Rossa Lab stiamo organizzando gli “Incontri indecorosi”, appuntamenti a carattere artistico-culturale senza una cadenza fissa.

La mostra de "La Pecora Nera" presso Teké Gallery
La mostra de “La Pecora Nera” presso Teké Gallery

Che tipo di attività svolgete presso il Centro di Documentazione?

Attualmente stiamo suddividendo libri e riviste per lingua, ma manca una vera e propria catalogazione che inizieremo a fare da metà novembre. Siamo ubicat* ad un secondo piano di uno stabile storico, scelta derivata dalla difficoltà nel reperire spazi a piano terra, oltre che sicuri per la tutela del materiale archiviato. Questo ci pone però un problema di accessibilità notevole, e stiamo preparando un crowdfunding per la creazione di un montascale. Un servizio che offriamo quindi, è la ricerca e scansione di documenti utili a ricerche svolte da persone che non possano recarsi, per vari motivi, presso la nostra sede. Ma speriamo di superare molto presto il problema dell’accessibilità.

Ci sono materiali che ami particolarmente e di cui vai fiero?

Sicuramente le riviste, i libri, i volantini stampati nella Germania di Weimar. La maggior parte di questi materiali venne distrutta con l’avvento del Nazismo. Salvare dall’oblio anche solo un volantino di un locale per noi è basilare.

"Die Insel". Rivista omosessuale pubblicata in Germania dal 1926 al 1933.
“Die Insel”. Rivista omosessuale pubblicata in Germania dal 1926 al 1933.

Quali sono state le iniziative più importanti a cui avete partecipato e che avete organizzato come Centro di Documentazione?

Sul territorio carrarese, oltre alle iniziative di cui ho già parlato, lo scorso luglio ci ha fatto molto piacere essere stat* coinvolt* nell’organizzazione di Resistere-Esistere, ciclo di incontri sui temi della resistenza nelle sue varie accezioni, inserito all’interno di Attorno al 7 luglio, festival dedicato alla protesta delle donne carraresi che, tra il 7 e l’11 luglio del 1944 impedirono l’evacuazione della città da parte dei nazisti.

Stiamo inoltre collaborando da più di un anno con la casa editrice WoM, con cui abbiamo curato una mostra sulla pornografia pre-anni Settanta che è stata e verrà allestita in diverse città. Un’altra collaborazione, sempre con WoM Edizioni, riguarda due testi pubblicati recentemente: I peccati delle città della pianura e altre voluttà e Panico drag. Il «caso» Boulton e Park.

Il primo, per cui abbiamo aiutato la casa editrice per il reperimento di alcune fonti, è la traduzione di un testo anonimo pornografico e fortemente omoerotico, The Sins of the Cities of the Plain, pubblicato per la prima volta in Inghilterra nel 1881.

Il secondo volume – curato da me e da Eleonora Santamaria, autrice di Drag. Storia di una sottocultura – è la traduzione di un pamphlet uscito nel 1871 in cui sono riportati i verbali del processo contro Fanny e Stella, nomi da female impersonator di Ernest Boulton e Frederick Park. Accusat* di indecenza e sodomia, vennero arrestat* e condott* di fronte al tribunale di Bow Street nel 1870. Sottopost* per due anni a processi e umiliazioni vennero poi rilasciat* e dichiarat* non colpevoli.

"Panico drag. Il «caso» Boulton e Park" (WOM Edizioni)
“Panico drag. Il «caso» Boulton e Park” (WOM Edizioni)

Il prossimo 7 ottobre organizzerete un Convegno su Mieli. Ci puoi dare un’anteprima?

L’organizzazione del convegno è un progetto cui stiamo lavorando da molto, assieme allo storico Dario Pasquini. Sarà con noi anche Sara de Giovanni, responsabile del Centro di Documentazione “F. Madaschi” del Cassero LGBTI+ Center. Il convegno avrà luogo presso la Biblioteca Comunale “C. V. Lodovici” a Carrara dalle 16.30 alle 19.30, con diretta Facebook dalla nostra pagina. Il convegno, intitolato Un pericoloso amore per la conoscenza. Aldo Mieli: alle origini del movimento LGBT+ in Italia, vedrà come protagonisti Ferdinando Abbri, Francesca Campani, Ralf Dose e Davide Podavini. Il nostro obiettivo è mettere in luce il lavoro condotto da Aldo Mieli come divulgatore, costantemente in dialogo con altri studiosi italiani ed esteri, su temi quali sessualità e genere nell’Italia fascista e nell’Argentina degli anni Quaranta.

Un pericoloso amore per la conoscenza. Aldo Mieli: alle origini del movimento LGBT+ in Italia (Convegno-7 ottobre 2023)
Un pericoloso amore per la conoscenza. Aldo Mieli: alle origini del movimento LGBT+ in Italia (Convegno-7 ottobre 2023)

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