Una doccia gelata.
Taiwan sarebbe potuto diventare il primo Paese asiatico a legalizzare il matrimonio egualitario, ma i suoi cittadini hanno scelto tutt’altra strada. L’atteso referendum, che avrebbe spalancato le porte delle nozze anche alle coppie dello stesso sesso, è stato infatti bocciato dagli elettori. Oltre sette milioni di cittadini (7,260,573, per la precisione) hanno votato per mantenere l’attuale definizione matrimoniale tra ‘un uomo e una donna’, con poco meno di 3 milioni (2,736,508) favorevoli al cambiamento della dicitura in ‘persone’.
Il quesito 11, che proponeva l’eguaglianza di genere nelle scuole, ha presentato un’altra sconfitta (6.709.178 a 3.227.902), così come il quesito 15, che chiedeva se si volessero introdurre negli istituti scolastici lezioni legate alla sessualità.
Jennifer Lu, portavoce della Coalizione per l’uguaglianza davanti al matrimonio, ha pubblicamente parlato di “referendum assurdi”, accusando indirettamente il Governo, a suo dire dichiarato “incompetente”. C’era infatti da applicare una sentenza della Corte Costituzionale, che un anno fa aveva legalizzato il matrimonio egualitario sottolineando l’incostituzionalità del divieto alle coppie gay, qui di fatto affidato alla volontà dell’elettore. I gruppi conservatori, che hanno portato avanti una battaglia spaventosa contro i due quesiti referendari a tematica LGBT, hanno speso oltre 3 milioni di dollari per denigrarli, diffondendo “affermazioni infondate di stigmatizzazione, discriminazione e paura”.
Kolas Yotaka, portavoce del Governo, ha comunque assicurato che entro tre mesi verrà proposta una nuova legge sulle nozze gay. Questo perché la Corte, con la sentenza del 2017, aveva dato due anni di tempo al Governo centrale per intervenire, legalizzandole. Taiwan potrebbe quindi ancora diventare il primo Paese asiatico a riconoscere il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
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Fin dal referendum australiano ripeto che i diritti delle persone non vanno giocati alla lotteria demagogica. La democrazia diretta è incompatibile con i diritti umani, sia che vada bene, sia che vada male. Ci sono cose che vanno approvate e basta, come l’uguaglianza dei diritti, e le decide la democrazia rappresentativa, ovvero il Parlamento, il Governo o il Presidente che dir si voglia. Adesso in Taiwan il matrimonio gay non vedrà la luce per decennî, e se verrà legalizzato, 7 milioni di cittadini perderanno fiducia nelle istituzioni democratiche. Un disastro in ogni caso.