Il motto del Toscana Pride di Arezzo di sabato 27 maggio è stato #OrgoglioIncontenibile e per la prima volta la manifestazione ha scelto una città di provincia per gridare al mondo il no ai pregiudizi nei confronti delle persone Lgbtqi (lesbico, gay, bisex, trans, queer e intersex) e per chiedere il riconoscimento dei diritti civili.
Sono arrivati in migliaia, da tutta la regione, per partecipare all’appuntamento che ha dato il via alla stagione dei gay pride italiani. “Siamo in diecimila” hanno fatto sapere gli organizzatori.
Il lungo corteo che ha sfilato fino a raggiungere piazza Sant’Agostino, dove è allestito il palco, è partito alle 16 dal Parco del Prato. In testa c’erano i rappresentanti del Comitato organizzatore del Toscana Pride seguiti dai gonfaloni degli otto Comuni che hanno aderito (Calenzano, Camaiore, Campi Bisenzio, Capolona, Livorno, Pistoia, San Giuliano Terme, Sesto Fiorentino ma non Firenze). C’era anche il gonfalone della Regione Toscana con la vicepresidente, Monica Barni. “Scegliendo Arezzo abbiamo scelto di dare un segnale forte a chi pensa che i diritti delle persone Lgbtqi e delle famiglie arcobaleno e la lotta all’omotransfobia, non siano una priorità dell’agenda politica” ha spiegato Veronica Vasarri, portavoce del Comitato organizzatore che riunisce 14 associazioni.
Sabato mattina il sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli, ha ricevuto in Comune una delegazione di famiglie arcobaleno. Avevo fatto discutere le affermazioni iniziali del sindaco: “Sarà una manifestazione fatta in maniera provocatoria. E per mettere in imbarazzo la gente. Spero che non facciano sesso in strada e che si contengano“. “È stato un incontro cordiale – ha commentato Ghinelli – ho conosciuto una realtà motivata e ben consapevole della propria presenza in città. Quello che è emerso è che il nostro territorio accetta senza particolari atteggiamenti di discriminazione la loro realtà di coppia e di genitori. Ho percepito prima di tutto la ferma determinazione al pieno riconoscimento del ruolo genitoriale, la loro certezza di poter svolgere al meglio il compito di educatori nei confronti dei propri figli. A questi ultimi innanzitutto deve mirare l’impegno di tutti per una crescita corretta. La porta del Comune è aperta a tutti“.
Le famiglie arcobaleno hanno avanzato una proposta al sindaco: “Lui ci ha chiesto cosa potrebbe fare un’amministrazione e noi gli abbiamo proposto di attivare in collaborazione con la nostra associazione dei corsi di formazione per il personale del Comune ma anche per presidi e insegnanti delle scuole – rivela Laura Giuntini, referente famiglie arcobaleno della Toscana – lo abbiamo già fatto in altri Comuni ed è un modo per sensibilizzare ad accogliere tutte le realtà familiari“.
Presente anche Amnesty International, che ha parlato della repressione delle persone omosessuali in Cecenia.
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